Ciao !! e' incredibile !! fantastico eccezzionale inimaginabile...credetemi da San Perdro di Atacama a Uyuni..(Bolivia) siamo veramente usciti dal mondo, tutta la zona attorno a San Pedro e' un paesagio marziano e il paese costruito di fango e paglia ha un fascino indescrivibile nonostante l'evidente trasformazione apportata dalla presenza di fin troppi turisti. Da San pedro il giorno dopo il nostro arrivo, dopo aver dormito in un camping di 10m x 10 m con 20 tende e senza acqua (perche' la zona e' ovviamente desertica e quando siamo arrivati l'acqua era finita) abbiamo fatto una camminata di circa 10 km sotto un sole cocente e gia' iniziando a risentire dell'altitudine (2500mslm) sia dal punto di vista del sole che dopo le dieci di mattina diventa veramente insopportabile sia a livello del fiato. Siamo andati a visitare le rovine del vecchio paese atacameño alla sommita' di una collina dalla quale la vista sulla vallata di San Pedro tra montagne di roccia rossa e dune di sabbia da spazio ai sogni e il silenzio assoluto interrotto solo dal rumore della sabbia spazzata dal vento e qualche gip in lontanaza li rende indimenticabili.
Da li scesi a valle (altopiano immenso sempre a 2500mslm) ci siamo avventurati all'interno di alcune grotte naturali che regalavano scorci irreali.
Per il giorno dopo avevamo prenotato un tour di giornata che ci ha portato prima in una salina da cui si poteva osservare la corona di vulcani che contornano san Pedro ognuno dei quali racchiude in se leggende fantastiche; da li ci siamo spostati alla "valle della morte" cosi' chiamata per la totale assenza di vita al suo interno causata dall'eccessiva siccita' e vento per poi, verso sera, raggiungere la "valle della Luna", una vallata decisamente extraterrestre, anche se la definirei piu' marziana che lunare. Siamo saliti fino alla sommita' di una gigantesca duna di sabbia che taglia in due la vallata e abbiamo aspettato il tramonto che dipinge le montagne attorno rendendo il tutto ancora piu' irreale.
Ma la bellezza di San Pedro e' subito sconfitta 10 a 0 dall'esperienza incredibile dell'ingresso in Bolivia. Da San Pedro siamo saliti su un furgoncino che ci ha portato fino al confine boliviano, la salita e' stata un po' traumatica: da 2500 a 4400 mslm in meno di un'ora di viaggio ha rincoglionito tutto il gruppo. Io ho rinunciato alla colazione offerta al confine causa difficolta' respiratorie e nausea.
Da li il gruppo si e' diviso in 4 gip con le quali avremmo proseguito il viaggio fino ad Uyuni. L'ingresso in Bolivia regala un cambiamento repentino di paesaggio : tutta la zona sud ovest della Bolivia da San Pedro ad Uyuni e' un'immensa zona priva di strade e villaggi; nulla si incontra lungo il cammino al di la dei solchi lasciati dalle gip che ci hanno preceduto. I paesaggi sono veramente surrealisti : una serie dci lagune gremite di fenicotteri vengono nominate a seconda del colore, si passa cosi' dalla laguna bianca, alla verde, alla colorata, e credetemi che quando si parla di laguna bianca e' bianca veramente e la verde risalta sul paesaggio che la contornba come se fosse stata modificata con tecniche fotografiche;
Sembra di trovarsi all'interno di una cartolina, anzi, meglio, all'interno di un quadro di Dali' e, la mia sensazione e' subito confermata nome di una distesa di rocce dalle forme assurde in mezzo alla sabbia rossa, chiamate appunto "rocce di Dali'".
Percorrendo vallate magiche e decisamente surreali e rese ancora piu' irreali dallo stordimento causato dall'altitudine, arriviamo fino alle fumarole di zolfo del "Sol de la mañana", 5000mslm. Qui il malessere e' incrementato da un affaticamento enorme al sol scendere dalla gip e un mal di testa un mal di testa generale che rende tutti i componenti del gruppo silenziosi fantasmi in questo contesto di irrealta'; il tutto sembra un sogno, ci si sente fuori dal mondo e fuori da se stessi. A San Pedro avevamo comprato un po' di fogli di coca che dai 5000m sono risultate indispensabili per il proseguimento del viaggio.
(ps...Non hanno alcun effetto di droga, l'unica sensazione e' la diminuzione del mal di testa e anzi, la riduzione dell'effetto droga causato dall'altitudine).
Siamo in fine arrivati in una specie di rifugio a 4500 mslm dove abbiamo passato la notte in una camerata comune. Fino a quando siamo arrivati al rifugio la mia situazione era abbastanza buona per quanto riguardava il mal di montagna, ma l'autista mi ha chiesto di aiutarlo a scaricare dalla gip una bombola di gas e portarla all'interno del rifugio; Non l'avessi mai fatto!!! 3 metri con nemmeno dieci chili di bombola sono bastati a distrurre il mio organismo. Il mal di testa non se ne e' piu' andato. Il lato positivo era che eravamo tutti nella stessa situazione e alcuni perfino peggio di me nonostante non avessero portato alcuna bombola. La notte e' stata decisamente dura, l'aria all'interno della stanza di 20 mq con 15 persone al suo interno, e' diventata veramente irrespirabile e nonostante il ritmo asimante del mio respiro non riuscivo ad ottenere l'anelato ossigeno; in piena notte sono allora uscito all'aperto dove la gelida brezza mi ha ridato un po' di energia.
La mattina dopo siamo scesi di qualche centinaia di metri fino alla laguna colorata, la situazione fisica era decisamente migliorata e la laguna colorata si e' mostrata a noi in tutto il suo splendore di rossi, gialli, verdi di una tavolozza di un pittore surrealista.
Da li ci siamo poi spostati fino a raggiungere una valle costellata di rocce dalle forme piu' svariate la piu' famosa delle quali e' la cosi' detta "roccia albero", incredibile meraviglia della natura, per poi avvicinarci ad uno dei molti vulcani attivi in questa regione con la sua costante fumata grigia.
La sera siamo arrivati in prossimita' della salina di Uyuni e abbiamo pernottato in un albergo di sale...Si, avete capito bene, un albergo interamente costruito di sale, ogni singolo dettaglio, dal tavolo alle sedie ai muri al pavimento ai letti, tutto e' di sale!! (a parte finestre e bagni:)). Qui la quota era decisamente piu' bassa (3500) e la notte e' stata piu' gradevole . La mattina seguente siamo finalmente andati all'interno della salina di Uyuni, la piu' grande salina al mondo!, un interminabile oceano di sale di 180 x 150 km . La nostra gip sfrecciava in un bianco terso, 360 gradi di bianco, solo le vette lontane delle montagne, galleggianti nell'aria, rompevano la monotonia e, le nuvole bianchissime che spezzavano l'orizzonte ti davano la sensazione di essere veramente in cielo (immenso altopiano a 3500mslm). I riflessi uniformavano l'orizzonte lasciando visibili solo le vette delle montagne galleggianti in questo oceano bianco-azzurro.
L'emozione e l'eccitazione sale a mille quando l'autista mi lascia il volante e mi trovo con la radio a palla a sfrecciare sull'oceano di sale apparentemente senza fine...Stupendo!!! Indescrivibile emozione!
Abbiamo infine terminato il tour con l'arrivo ad Uyuni e la visita al cimitero dei treni, una distesa immensa di treni fantasmi, rottami d'altri tempi abbandonati nel deserto, che racchiudono in loro un che di pauroso e affascinante.
Date le mete comuni abbiamo deciso di proseguire il viaggio con due americani che facevano parte del gruppo. Da Uyuni, dopo una veloce visita della cittadina, abbiamo preso un autobus per Potosi, la piu' alta citta con piu' di 100000 abitanti al mondo. Le 6 ore di viaggio sono state un'incubo: inanzitutto il piccolo bus dalla potenza opinabile ha iniziato a scalare, lentamente ma inesorabilmente, un'interminabile salita, a nulla era valsa l'esperienza dei 5000m di 2 gg prima, l'aria comincia a farsi nuovamente irrespirabile e l'affollamento del pulmino non aiuta. Come se non bastasse alcune persone si sono fatte le 6 ore di viaggio in piedi nel lo stretto corridoio del pulmann e tra questi, proprio affianco a me, un individuo poco rassicurante con un'insopportabile puzza diu alcol addosso, continuava a bere da una bottiglia un liquido trasparente che molto probabilmente era alcol puro, bevanda molto usata tra i minatori della zona, e ogni 5 minuti sputava sul pavimento; Io cercavo di mantenermi il piu' lontano possibile, ma data la sua scarsa mira mi sono beccato qualche schizzo di sputo in faccia e un indeterminato numero sui pantaloni. Dopo i disperati tentativi diu evitare gli sputi, il tipo, come se non bastasse, ha iniziato a pendere su di me e mi ha rovesciato la bottiglia di alcol addosso, al che mi sono alzato e gli ho ceduto il posto per evitare ulteriori inconvenienti; il resto del viaggio l'ho fatto in piedi, decisamente pi' salubre che uno sputo in faccia!
Il giorno dopo siamo andati tutti insieme a prenotare la visita piu' affascinate e principle attrazione della citta' di Potosi: la visita alla miniera.
La visita e' stata sbalorditiva!!Niente a che vedere con le ordinarie visite turistiche. Prima di tutto, la possibilita' di accedere ad una miniera non e' privilegio comune, secondo, la nostra guida, ex minatore che ha rinunciato al lavoro in miniera a causa dell'a morte di padre e nonno nella stessa miniera, la ha resa un'esperienza unica e indimenticabile.
Dopo aver comprato qualche pacco di foglie di coca, qualche bottiglia di alcol puro, e qualche sigaretta da offrire in regalo ai minatori che avremmo incontrato durante il nostro percorso, ci fermiamo a prendere un altro ingrediente indispensabile: La DINAMITE!!!...Si si, avete capito bene, qui la dinamite si compra al mercato, insieme alla frutta e alla verdura e la nostra guida voleva farci sperimentare l'ebbrezza di un'esplosione di dinamite sotto i nostri occhi. Il viaggio negli abissi terrestri e' stato mozzafiato, e nel vero senso della parola! nel senso che ero veramente senza fiato! La miniera si trova a 4800 mslm e i passaggi tra un livello e l'altro arrampicandosi con corde e scallette di legno risultano un'impresa titanica per noi, popolo del livello 0 mslm. Pensare che li c'e' gente che spacca pietre a picconate, e le porta in superficie spingendo a mano i pesantissimi carrelli lungo i 700 km di gallerie sotterranee, sembra impossibile per un fisico come il nostro. All'ingresso della miniera una statua del diavolo impone una sosta per un rituale propiziatorio che tutti i minatori fanno prima di iniziare a lavorare. Durante il rito si chiede al diavolo ospitalita' e la possibilita' di condividewre cvon lui le ricchezze del sottosuolo regalandogli foglie di coca, alcol e cospargendo le pareti di sangue di lama come sostituto al sangue umano di cui spesso questa miniera si nutre.
Il viaggio tra i tunnel e' interrotto dall'incontro con alcuni minatori che ti accolgono con enorme felicita' in attesa della borsa di coca ormai divenuta un rituale regalo dei visitatori. Parliamo con un ragazzo di 22 anni che lavora in qulla miniera da 6, quello che e' incredibile e' come il lavoro in miniera sia diventato una specie di orgoglio e, nonostante i rischi enormi e la fatica immane, la gente e' fiera di appartenere al rango dei minatori. Il 90% degli abitanti maschi di Potosi lavora in qulla miniera e molti bambini dai 12 anni in su. La nostra guida ha infatti iniziato a 12 anni. Lo spirito e' simile a quello dei soldati in guerra, alcune frasi dette dalla nostra guida mi ricordavano la discussione con i militari isdraeliani che avevamo avuto in Cile. La vita media dei minatori di questa miniera e' 35-40 anni a causa dell'enorme presenza di silicone ed arsenico e l'indiscutibile durezza del lavoro; il salario sale ad un'equivalente di 90euro al mese per il cetro piu' basso dei lavoratori.
Le quattro ore passate tra i labirinti sotterranei ci hanno immerso in questo mondo sconosciuto, affascinante e talvolta pauroso: le arrambicate lungo le corde con i pezzi di pietra che si staccano dalla parete e che riesci ad evitare ti finiscano in testa solo grazie alle urla di quelli sopra di te, l'odore e la polvere di silicone che gratta la gola, i rumori cupi della dinamite che esplode a qualche centinaia di metri da te e la fatica immane nel percorrere quelle gallerie ti fa quasi sentir parte di quella famiglia di temerari esploratori del sottosuolo. Ti senti conpartecipe, durante quelle 4 ore, condividi il rischio con loro (ovviamente molto inferiore) , ti senti solidale e ti sembra di capire veramente cosa voglia dire vivere li dentro.
In effetti la miniera e' quasi una casa con una grande famiglia al suo interno, tutti si conoscono e condividono insieme il rischio di non uscire vivi alla fine della giornata; il numero di morti e' impressionante!! E' un vero campo di battaglia, ma la gente del luogo sembra aver integrato questo stile di vita e considerare la morte come un evento normale, parte integrante di questa "scelta" di vita.
La nostra guida continuava a ripeter: "si io ho perso la mia famiglia e molti amici, ma cosa volete, questa e' la nostra vita" e tutti sembrano accettare il rischiocon un sorriso ironico impressionante e sembrano trovare il piacere di vivere nel riuscire ad uscire all'aria aperta dopo una giornata sospesi tra la vita e la mortee la fatica.
La nostra guida ci ha detto che molti vecchi che hanno smesso di lavorare, continuano a venireper stare con i loro amici e anche se non lavorano si ritrovano tutti nel loro mondo nascosto a masticare foglie di coca, e questa e' la loro vita, quello il loro mondo, e come vedete anche la nostra guida, nonostantye abbia perso padre e nonno in quella miniera, continua ad entrarci per portare i turisti come noi e fargli conoscere questo mondo incredibile.
All'uscita della miniera, abbiamo fatto esplodere la nostra dinamite per poi rientrare al nostro ostello con il cuore pieno di emozioni.
Il giorno dopo, piu' tradizionale visita della citta' e della zecca, per poi, alla sera, partire alla volta di Sucre.
Abbiamo preso un taxi, e con soli 4 euro a testa, con i nostri amici americani abbiamo fatto i 150km che separano Potosi da Sucre. Una sola notte, e dopo aver salutato per sempre i nostri compagni di viaggio, siamo partiti alla volta di La Paz.
Sara' paternalistico e criticabile ma per me e' stato stupendo!... Il sorriso immenso di una vecchietta al bordo della strada alla quale ho rifilato 10 bolivianos, che per noi e' l'equivalentye di 1 euro, ma qui hanno il valore di acquisto di quasi 15 euro, e continuava a guardarmi esterefatta, battendo la banbconota contro il petto e continuando a ringraziarmi mentre mi allontanavo.
La felicita' che si prova ad aver la possibilita' di rendere felice la gente con cosi' poco ci ha fatto alla fine spendere parecchio tra i vari mendicanti in giro nella citta'. Mi sembrava di essere una specie di scheicco che lanciava banconote fuori dalla limousine e la cosa dava uno strano effetto, quasi un senso di colpa, e piu' davi piu' ti sentivi una merda ... non so bene come spiegarlo, ma l'effetto e' molto strano; Ma in generale sono felice di poter sembrare un enorme magnanime con solo 1 euro.
La Paz ... Si raggiungerla e' stata un'altra odissea, sempre a causa del fatto che le corriere si arrampicano fino alle vette piu' fottutamente alte delle montagne per passare da una citta' all'altra, e sta volta credo di aver toccato quasi i 6000 m durante il viaggio, e di nuovo nel caldo asfisiante di un pulmann affollato.
La Paz e' una citta' divertentissima e strampalata: un'immensa miriade di casette color fango e gente..gente..gente, vecchiette, bambini, cani, gatti, macchine, bus...un casino inimmaginabile, ma sia lo stile della citta' che la gente sono esattamente gli stessi di un piccolo villaggio di campagna: tutto e' sempliciotto, raffazzonato, modesto, senza pretese.. semplice.. talmente semplice che diviene bello.
L'unico effetto tangibile di essere entrati in una grossa citta' e' la presenza dei truffatori. Siamo stati avvicinati all'interno di una chiesa da un individuo che ha iniziato a spigarci la sua storia inverosimile e la neccessita' di una trasfusione di sangue per sua madre. Alla fine ci ha chiesto un equivalente di 5 euro per comprare una borsa di sangue. Ora .. da quando ha aperto la bocca, sapevo che era una balla immensa e l'incongruenza del racconto lo confermava. Ha detto che sua madre era B+ e che solo il 2 % della popolazione lo e' , e che era difficile trovare il sangue ecc.. Io per evitare di farmi fregare i soldi senza torcere baffo gli ho detto che sia io che Celia siamo O+ e che in teoria possiamo donare il sangue a tutti i positivi e che se voleva potevamo donare noi il sangue; lui ha tergiversato, e alla fine ha detto che ad ogni modo avremmo dovuto pagare il costo dei test e della trasfusionee che era meglio se gli davamo i soldi. Io ho deciso di prendere il rischio di essere preso per il culoe gli ho dato i soldi per non sentirmi in colpa nel caso che cio' che dicesse fosse vero; ma sono convinto diu essere stato inculato , ma ho deciso di farmi fregare per essere a posto con la mia coscienza perche' in fin dei conti erano solo 5 euro. Quello che mi sta sulle palle e' che quei 5 euro per lui sono 50 e tutta quella gente che ha veramente bisogno e che non viene dentro ad una chiesa a inculare i turisi , non riceveranno mai 50 euro in un botto.
A P.S. Dimenticavo un'immagine simpatica che voglio regalarvi.
Nel tragitto da Potosi a Sucre, in mezzo al nulla, una schiera di cani appostati a debita distanza gli uni dagli altri, appaiono come sentinelle lungo il percorso.
La domanda sorge spontanea... Non sapevo che i cani facessero autostop, eppure l'immagine era proprio quella.
La spiegazione di questo curioso fenomeno e' ancora piu' intrigante dll'immagine stessa. I cammionisti lanciano cibo ai cani per chiedere protezione agli spiriti durante il loro viaggio tra le pericolosissime strade boliviane, e i cani, conci di qusta fantastica tradizione si mostrano in tutta la loro bellezza al passaggio dei camion, rincorrendoli e dicendo: "bau bau wolf" che tradotto vuol dire :" Gli spiriti siano con te" :)
N.d.r : le immagini che vedete non sono del Tank ma quelle che trovo io in giro cercando i posti che ha visitato.. spero vi piacciano lo stesso.. M.
mercoledì, aprile 09, 2008
SudAmerica: San Perdro di Atacama. di Tancredi Chinese
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