sabato, dicembre 25, 2010

Grazie a Dio Buon Natale

E io contavo i denti ai francobolli, dicevo "Grazie a Dio buon Natale ".
Mi sentivo normale eppure i miei trent'anni erano pochi più dei loro ma non importa adesso torno al lavoro.

Cantavano il disordine dei sogni gli ingrati del benessere francese e non davan l'idea di denunciare uomini al balcone di un solo maggio, di un unico paese.

E io ho la faccia usata dal buonsenso ripeto "Non vogliamoci del male " e non mi sento normale e mi sorprendo ancora a misurarmi su di loro e adesso è tardi, adesso torno al lavoro.

Rischiavano la strada e per un uomo ci vuole pure un senso a sopportare di poter sanguinare e il senso non dev'essere rischiare ma forse non voler più sopportare.

Chissà cosa si trova a liberare la fiducia nelle proprie tentazioni, allontanare gli intrusi dalle nostre emozioni, allontanarli in tempo e prima di trovarsi solo con la paura di non tornare al lavoro.

Rischiare libertà strada per strada, scordarsi le rotaie verso casa io ne valgo la pena, per arrivare ad incontrar la gente senza dovermi fingere innocente.

Mi sforzo di ripetermi con loro e più l'idea va di là del vetro più mi lasciano indietro, per il coraggio insieme non so le regole del gioco senza la mia paura mi fido poco.

Ormai sono in ritardo per gli amici per l'olio potrei farcela da solo illuminando al tritolo chi ha la faccia e mostra solo il viso sempre gradevole, sempre più impreciso.

E l'esplosivo spacca, taglia, fruga tra gli ospiti di un ballo mascherato, io mi sono invitato a rilevar l'impronta dietro ogni maschera che salta e a non aver pietà per la mia prima volta.

Fabrizio De André

martedì, dicembre 21, 2010

Root 5.28

Come al solito continuo a pacchettizzare Root per Ubuntu/Debian, e trovate l'ultima versione 5.28 qui.
Se lo trovate utile lasciate pure un commento.
d

(avevo in mente di paccettizzare root degnamente e non in un unico blocco, ma è un po' più complicato di quanto mi aspettassi... se avete suggerimenti o volete dare duna mano contattatemi)

lunedì, dicembre 20, 2010

mercoledì, dicembre 15, 2010

Io non mi sento italiano

Mi scusi Presidente non è per colpa mia ma questa nostra Patria non so che cosa sia.
Può darsi che mi sbagli che sia una bella idea ma temo che diventi una brutta poesia.
Mi scusi Presidente non sento un gran bisogno dell'inno nazionale
di cui un po' mi vergogno.
In quanto ai calciatori non voglio giudicare i nostri non lo sanno o hanno più pudore.

Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente se arrivo all'impudenza di dire che non sento alcuna appartenenza.
E tranne Garibaldi e altri eroi gloriosi non vedo alcun motivo per essere orgogliosi.
Mi scusi Presidente ma ho in mente il fanatismo delle camicie nere al tempo del fascismo.
Da cui un bel giorno nacque questa democrazia che a farle i complimenti ci vuole fantasia.

Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese pieno di poesia ha tante pretese ma nel nostro mondo occidentale è la periferia.

Mi scusi Presidente ma questo nostro Stato che voi rappresentate mi sembra un po' sfasciato. E' anche troppo chiaro agli occhi della gente che tutto è calcolato e non funziona niente.
Sarà che gli italiani per lunga tradizione son troppo appassionati di ogni discussione.
Persino in parlamento c'è un'aria incandescente si scannano su tutto e poi non cambia niente.

Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente dovete convenire che i limiti che abbiamo ce li dobbiamo dire.
Ma a parte il disfattismo noi siamo quel che siamo e abbiamo anche un passato
che non dimentichiamo.
Mi scusi Presidente ma forse noi italiani per gli altri siamo solo spaghetti e mandolini.
Allora qui mi incazzo son fiero e me ne vanto gli sbatto sulla faccia cos'è il Rinascimento.

Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese forse è poco saggio ha le idee confuse ma se fossi nato in altri luoghi poteva andarmi peggio.

Mi scusi Presidente ormai ne ho dette tante c'è un'altra osservazione che credo sia importante.
Rispetto agli stranieri noi ci crediamo meno ma forse abbiam capito che il mondo è un teatrino.
Mi scusi Presidente lo so che non gioite se il grido "Italia, Italia" c'è solo alle partite.
Ma un po' per non morire o forse un po' per celia abbiam fatto l'Europa facciamo anche l'Italia.

Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono



G.Gaber

martedì, dicembre 07, 2010

Inferno

L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.

Due modi ci sono per non soffrirne.

Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.

Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.**



Italo Calvino, "Le citta' invisibili".

sabato, dicembre 04, 2010

E infine fu il Digitale..

Dopo ben due colazioni guardando il segnale di statico alla TV stamane ho deciso di comprare il decoder.

Ovviamente tutti i bravi triestini hanno deciso di comprare il decoder solo nel momento in cui la TV normale si è spenta**.
Quindi nel negozio di elettronica c'era letteralmente una folla assiepata allo stend dei decoder digitali, manco a coffee break di fisica manco..
Ora non mi è sfuggito il fatto che anch'io come loro ho aspettato l'ultimo momento per procurarmi il decoder, ma invece di prenderlo come una corruzione da triestinità ho deciso di interpretarlo come un segnale favorevole per l'espatrio.

Tornato a casa il vecchio sèleco è tornato a nuova vita invaso da una profusione di canali in chiaro sinceramente un pò inaspettata, non di meno un telecomando nuovo e funzionante.
Dopo aver constatato che su Rai Storia parlavano di nazisti (almeno una certezza nella vita!) ho incominciato a far zapping..
Naturalmente attirato dall'allettante canale Rai Movie sono rimasto catturato da un vecchio film che ahimè non avevo ancora visto: A spasso con Daisy..
Prima di questo una breve pausa dalla seconda guerra mondiale mi ha permesso di vedere su Rai Storia "Vittorio De Sica racconta" dove il grande De Sica leggeva la storia del Principe Felice..
Poi Rugby sul la7 con intervento finale di Paolini..

Se la televisione rispecchia la nostara società forse volendo scegliere non è tutto da buttar via..




** La TV è morta, lunga vita alla TV!

giovedì, dicembre 02, 2010

Office 2007 on Ubuntu 10.10



Carissimi tutti,

prima di tutto, chiunque pensi che Office su Ubuntu sia inutile, perche' installare Office quando si puo' usare Openoffice e parenti, be' puo' anche andare a cagare.

A chiunque pensi "Perche' installare Office quando si puo' usare Latex?" io rispondo che ha perfettamente ragione. Se siete fortunati non vi troverete mai di fronte l'esigenza di usare la suite per l'ufficio di Winzozz sul vostro sistema linux preferito. Io, causa tesi e un voler comunicare con biologi e medici, che latex non sanno manco che ', non sono stato cosi fortunato.

Per evitare di perdere dodici ore a riformattare tutta la tesi causa la disposizione random delle immagini che Openoffice ci regala ogni volta che apriamo (dopo due ore) un file doc, ho deciso di provare a far girare Office su Ubuntu.

Per farlo servono l'ultima versione di Wine (basta un semplice sudo apt-get install wine) ed un altro programma, Cross over, pensato proprio per far girare applicazioni winzozz sul pinguino.

Ovviamente Cross over e' a pagamento. Ovviamente non credo ci sia bisogno di aggiungere altro.

Installato Wine e cross over, magicamente cliccando sul file setup.exe della vostra versione sicuramente originale di Office 2007, tutto va veloce ed indolore!
La schermata sotto ne e' la prova!


Con Office 2010 la procedura non funziona, infatti Cross Over supporta solamente versione di Office fino alla 2007

Saluti e Baci,
M.M.