Non appena gli affari pubblici cessano di essere il principale interesse dei cittadini, e questi preferiscono occuparsi del loro portafogli piuttosto che della loro persona, lo Stato è già sull'orlo del disastro
Mi è stato chiesto di parlare dell'inchiesta Mani Pulite in occasione delle prossime elezioni. Tema di non facile trattazione, controverso, dibattuto e soprattutto un tema verso il quale non si può neppure esercitare il tipico distacco dello storico dato dai tempi, visto che gli avvenimenti in questione sono cominciati nel 1992, quindi solo 16 anni fa, e per certi versi non si possono certo dichiarare capitolo chiuso. Per questo è sicuramente impossibile trarne le debite interpretazioni, per le quali dovremo aspettare almeno un paio di decenni. Esistono, comunque, molti lavori di sintesi o di approfondimento giornalistico (a carattere cronachistico non storiografico) che tentano di far luce, attraverso le indagini e gli atti giudiziari, su quel fenomeno di ampia e profonda corruzione venuto alla luce all'inizio degli anni '90 (che prese il nome di Tangentopoli) a cui vi rimando qualora siate interessati ad approfondire l'argomento (p.e. Barbaceto, Gomez, Travaglio, Mani Pulite, la vera storia, Rizzoli 2002), e numerose cronologie riassuntive dei fatti più salienti reperibili online (p.e. http://www.manipulite.it/travaglio_cronistoria.php ) o la curata pagina di wikipedia che è utile per avere un quadro completo e come base per un approfondimento.
Quello che ci interessa più da vicino, per capire meglio in che situazione politica viviamo e con che spirito sia necessario affrontare questa tornata elettorale, si può riassumere in una semplice domanda: questo "terremoto" che ha sconvolto la politica, la società e l'opinione pubblica italiana, mettendo in serio pericolo i fondamenti democratici della Repubblica, che esito ha avuto? o meglio, l'Italia ha davvero cambiato pagina? Già il mio titolo anticipa in qualche modo la risposta, ma prima di esplicitarla è necessario porsi un'altra domanda, ovvero: cos'è Tangentopoli?
Tenterò di riassumere brevemente la questione.
"Tangentopoli" è il nome con cui venne ribattezzata la città di Milano dalla stampa italiana a partire dal 1992, poi per estensione andò a riferirsi al sistema stabile e diffuso di corruzione politica e amministrativa, che ebbe come epicentro delle indagini proprio il capoluogo lombardo dove operava il cosiddetto pool di Mani Pulite, in cui spiccava il magistrato Antonio di Pietro, a partire dal 17 febbraio 1992 (data dell'arresto di Mario Chiesa esponente del PSI).
A partire da questa data vennero alla luce spaventose relazioni tra i dirigenti dei più importanti partiti, i titolari di uffici pubblici ed esponenti del mondo imprenditoriale e finaniario, uomini di governo ed ex segretari di partito. Tutti prima o poi hanno avuto a che fare con le mazzette; "chi è senza peccato scagli la prima pietra" disse, non Gesù di Nazaret, ma Bettino Craxi (segretario del PSI) in un discorso alla Camera il 3 luglio 1992, lasciando intendere come la corruzione fosse in realtà una pratica normale e diffusa nella vita di tutti i giorni.
Che danni ha prodotto Tangentopoli? L'economista Marco Deaglio ha stimato in 10 mila miliardi di lire (pari a parecchi €) il flusso annuo di spesa per le tangenti da parte delle imprese: è incalcolabile il danno arrecato alla spesa pubblica, al mercato, ai potenziali investimenti, alle assunzioni... uno spreco immane di ricchezza materiale e umana.
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Non si tratta, comunque, di un fenomeno esclusivo del nostro Paese; la corruzione è diffusa in tutte le democrazie deboli, in cui è più radicata la "cultura del favore" che la cultura del diritto positivo e della legalità. il tipo di corruzione più diffuso nei paesi occidentali è quella che riguarda i finanziamenti illegali dei partiti, ovvero estorsione di denaro da parte dei partiti verso imprese, alle quali sono corrisposti favori (ad esempio servizi, appalti o appoggio pubblico). Questo caso è particolarmente pericoloso per il corretto funzionamento di una democrazia visto che minaccia il principio della legalità, proprio per mano di coloro che dovrebbero invece esserne i difensori e gli intermediari tra lo stato e la società, delegittimando tutto il sistema nel suo complesso.
A monte di tutto ciò c'è una situazione di stallo della pratica democratica italiana di decenni, dal 1948 (vedi post precedente) è venuta a mancare quella fisiologica alternanza tra partiti di maggioranza e di opposizione, per ragioni che riguardano la situazione internazionale di "guerra fredda". La logica dell'equilibrio democratico contro il terrore comunista, di fatto, congelava stabilmente al potere la DC: per cinquant'anni le stesse persone sono rimaste al governo ininterrottamente, portandoli ad usare le istituzioni statali come loro esclusiva proprietà. Il secondo fattore in gioco è la partitocrazia, cioè il dominio delle logiche interne di ciascun partito sulle dinamiche istituzionali e del diritto, a totale svantaggio del bene pubblico.
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Abbiamo visto che quanto più una democrazia è malata tanto più i suoi meccanismi interni tendono a cedere, a marcire in profondità. Dunque si trattava di un sistema poco democratico che è fragorosamente collassato su se stesso a causa non solo di Tangentopoli, ma proprio per sue carenze strutturali dovuti a 50 anni di inerzie. Ma la transizione verso un sistema sano, pulito e trasparente in ogni suo ingranaggio non è immediata. Questi 15 anni successivi a Mani Pulite sono stati caratterizzati da un cambiamento radicale della politica italiana, tale per cui molti dal 1993 cominciarono a parlare di una nuova seconda Repubblica, in occasione del passaggio da un sistema proporzionale, accusato come principale responsabile del blocco della demopcrazia, ad un sistema maggioritario. Purtroppo il cambiamento non è stato così netto come ci si sarebbe auspicati, infatti quel sistema maggioritario non ha facilitato il bipolarismo tanto desiderato e i nuovi partiti hanno accolto gran parte della nomenklatura della prima repubblica, lasciando intatte molte delle contraddizioni interne. La figura di Silvio Berlusconi è un po' il simbolo di tutto questo periodo di rinnovamento politico che stenta ad affermarsi, proprio perchè viene proposto da persone che sono state invischiate negli affari (poco puliti) di quegli anni, dunque da un lato si propongono come innovatori cancellando dalla memoria degli italiani la parola Tangentopoli (grazie al dominio sull'informazione e l'intrattenimento), dall'altro propongono leggi e riforme atte a favorire il proprio interesse particolare.
Il dominio Berlusconiano della scena politica si è venuto sostituendo al dominio Democristiano. Perciò quello che io mi auspico è una riforma istituzionale seria e profonda. Qualcosa di diverso dalla riforma berlusconiana-leghista ("porcata") che nel 2005 ha reintrodotto il proporzionale con premio di maggioranza a livello regionale, il cui risultato è stato l'aborto dell'ultimo governo Prodi, e produrrà molto probabilmente un'altra situazione di ingovernabilità tra un paio di giorni.
Per molti aspetti, dunque una seconda Repubblica è ancora all'orizzonte.
Non ci resta che votare.
pAdU
3 commenti:
Quoto da Wikipedia:
Nel 1994, Silvio Berlusconi entrò impetuosamente in politica (con le sue parole, "scese in campo") e vinse le elezioni. Il 13 luglio 1994, il governo Berlusconi emanò un decreto legge (c.d. "decreto Biondi", spregiativamente soprannominato dai critici "salva-ladri") che favoriva gli arresti domiciliari nella fase cautelare per la maggior parte dei crimini di corruzione. Sempre secondo i detrattori del presidente del consiglio, la tempistica della legge sarebbe stata gestita con attenzione, facendola coincidere con la vittoria dell'Italia sulla Bulgaria nelle semifinali della Coppa del mondo di calcio del 1994, per far passare sotto silenzio la legge in un Paese che pensava solo ai mondiali. In seguito, Roberto Baggio mandò alto l'ultimo rigore contro il Brasile, mentre i notiziari mostravano immagini di politici accusati di corruzione che uscivano di prigione; forse anche per questa nuova coincidenza, nuove voci di protesta contro il sistema politico tornarono a farsi udire. Le immagini di Francesco De Lorenzo, ex Ministro della Sanità, ebbero l'effetto maggiore, perché il pubblico trovava particolarmente odioso il furto di denaro dagli ospedali.
Silvio Berlusconi e Bettino Craxi
Silvio Berlusconi e Bettino Craxi
Solo pochi giorni prima, i poliziotti arrestati avevano parlato di corruzione nella Fininvest, la maggiore delle proprietà della famiglia Berlusconi. La maggior parte dei magistrati del pool Mani Pulite dichiararono che avrebbero rispettato le leggi dello Stato, incluso il c.d. "decreto Biondi", ma che non potevano lavorare in una situazione di conflitto tra il dovere e la loro coscienza, chiedendo quindi di essere riassegnati ad altri incarichi.
Forse perché il governo non poteva permettersi di essere visto come un avversario del popolare pool di giudici, il decreto fu frettolosamente ritirato; si parlò in effetti di un "malinteso", e lo stesso Ministro dell'Interno Roberto Maroni (Lega Nord) sostenne che non aveva nemmeno avuto la possibilità di leggerlo. Anche se il ministro della giustizia era Alfredo Biondi, molti sospettarono che il decreto fosse stato scritto da Cesare Previti, un avvocato della Fininvest di Berlusconi, ministro della difesa. Non vi è tuttavia alcuna prova a sostegno di tale affermazione. Il 28 luglio, il fratello di Berlusconi fu arrestato con l'accusa di corruzione e subito rilasciato.
intervista molto interessante ad Antonio Di Pietro su Tangentopoli.
http://www.antoniodipietro.com/intervista_su_tangentopoli/
Stasera il Milan ha perso.
Speriamo che sia per B. un oscuro presagio...
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