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mercoledì, dicembre 17, 2008

Breaking old news 5 - padu

Scienze Naturali
Il nuovo fonografo o telegrafono del Poulsen a registrazione magnetica
È una nuova forma del fonografo dovuta allìingegnere Valdemaro Poulsen di Copenhagen, ed esposta nella sezione danese dell'elettricità [all'interno dell'esposizione universale di Parigi del 1900 ndr]; forma che differisce sostanzialmente dall'ordinaria, perchè la registrazione della parola non è impressione meccanica fatt sopra un cilindro di stagnola, di cera o paraffina, ma una scrittura magnetica, per dir così, prodotta entro un filo d'acciaio, quindi invisibile all'occhio, ma esattissima e facile a udire se non a leggere.
Si parla in una imboccatura ordinaria d'un telefono: le correnti così prodotte, per una linea telefonica passano non ad un telefono ricevitore, ma ad una piccola elettrocalamita, minuscola, che abbraccia tra i due poli un filo d'acciaio o di nikel, avvolto in fitte spire attorno ad un cilindro. Mentre che si parla, gira il cilindro e scorre il detto filo tra i due poli. Ora le correnti svariate corriepondenti ai diversi suoni, producono nell'elettrocalamita un campo magnetico variabile, e questo ingenera nel filo d'acciaio che l'attraversa delle magnetizzazioni trasversali analoghe: le quali, grazie alla qualità dell'acciaio, com'è noto, sono permanenti. In che cosa consista il processo molecolare che corrisponde alla magnetizzazione, non si sa pur troppo: è un fatto reale, sfruttato ogni giorno in tutti i modi, dal quale oggi si trae questa nuova scrittura occulta, delicatissima, che si fa manifesta negli effetti tosto che lo si voglia. Lasciate pertanto di parlare, o di cantare: unite l'elettrocalamita a un telefono ricevitore, riportate tra i suoi poli ilcapo del filo e fate girare il tamburo. Gli stati magnetici del filo d'acciaio inducono nell'elettrocalamita delle correnti diverse, che riproducono ciascuna la corrispondente originaria, e il telefono vi ripeterà il vostro discorso e vi ricanterà la vostra cavatina con tutta la grazia e il sentimento che vi avevat posto, e se sarà fedele a ridarvi pure le stonature che per caso (vogliamo credere che non avvenga) vi fossero sfuggite, non vi farà il torto però di aggiungere il suo quel tono di nasalità o di raucedine, del quale a grande stento e neppure interamente riescono a spogliarsi i fonografi ordinarii.
Non occorre quasi soggiungere che lo strumento del Poulsen può ripetere le centinaie di volte la stessa canzone senza stancarsi. E chi volesse liberare il filo d'una parlata registratavi sopra, poniamo delle maldicenze d'una mala lingua, basta far passare una corrente costante nelle spire dell'elettrocalamita e girare il filo: in questo sottentra una magnetizzazione uniforme ed egli ridiventa tabula rasa. Quando poi s'avesse a registrare una lunga conversazione, d'una mezz'ora per es., s'adoprerebbe invece d'un filo un nastrino d'acciaio della spessezza di un ventesimo di millimetro, che avvolto intorno a un disco come le strisce di carta d'un telegrafo se ne svolge passando sopra di un'altro disco, dopo essersi all'elettrocalamita.
È evidente che in tal sistema non è necessario che l'imboccatura ove si parla e il filo ricevitore sieno vicini; ma la registrazione può avvenirre a distanza, epperò l'inventoremeritamente lo denominò telegrafono. Come applicazione pratica già fu immaginato il giornale telefonico. Un nastro d'acciaio ricongiunto in se stesso e teso su due ruote che girano porta scritte magneticamente le notizie del giorno e i dispacci: dinanzi a lui sono affacciate dieci, cento, mille elettrocalamite ricevitrici o leggitrici,comunicanti coi telefoni degli associati: i mille associati ricevono contemporaneamente le notizie. Se siete raffreddato e non potete assistere al concerto o all'Opera in musica, mettetevi in comunicazione con la sala della grande orchestra, e ne udirete fino alle ultime note e sfumature dei cornetti, dei flauti e dei violini.
Il passo è fatto: i miglioramenti non tarderanno a renderne l'uso popolare: il fonografo comune ha trovato un terribile concorrente.

martedì, dicembre 16, 2008

Breaking old news 4 - padu

Cronaca Contemporanea – Cose Italiane
Un'importante invenzione di un Vescovo
A conforto di tante disgrazie, potrà l'Italia consolarsi almeno per una importantissima scoperta, che un suo degno figlio ha testè fatta per evitare scontri ferroviarii. Questo suo figlio, così benemerito dell'umanità, è nulla meno che un frate!... Mons. Fiorini, vescovo di Pontremoli, cappuccino, cultore insigne delle scienze fisiche e naturali, n'è il il fortunato inventore. La sua scoperta consiste in un apparato elettrico che si applica alle locomotive e dà al macchinista modo di avvertire, ad un chilometro di distanza, non solo l'avvicinarsi di un altro treno che percorra in senso opposto lo stesso binario, ma anche quello d'un treno che lo segua o che lo preceda nello stesso senso. Inoltre il macchinista avverte le macchine che stanno operando nelle stazioni sul binario, che il treno deve attraversare; e s'accorge pure se un'altro treno stia fermo sul binario e persino se il binario sia impedito da una frana o da qualsiasi altro ingombro. Così anche se il treno fosse stato, per errore di scambio, avviato sopra un binario morto, ad un chilometro di distanza, il macchinista ne sarebbe avvertito. Quanto torni vantaggiosa una tale scoperta è chiaro di per sé, perchè porge un tempo sufficiente ad evitare il pericolo degli scontri, od almeno a diminuire di molto l'urto.
Questo ingegnoso apparecchio del dotto Vescovo è stato già esaminato dal comm. Tedesco, ispettore generale delle ferrovie, e dall' ing. Monacelli, i quali giudicaronlo migliore di quanti finora ne furono presentati. Ora il ministro Lacava ha affidato il disegno, per un nuovo esame, al comm. Zocchi.

lunedì, dicembre 15, 2008

Breaking old news 3 - padu

27 Gennaio 1900
Cronaca Contemporanea – Cose Romane
I caloriferi negli Archivii del Vaticano
Negli archivii segreti del Vaticano c'è stata quest'anno una novità, tanto opportuna quanto utile. L'ambiente alquanto freddo delle due grandi sale, nelle quali passano le lunghe ore delle mattinate invernali gli studiosi di tutte le nazioni europee (e quest'anno vi abbiamo osservato anche due cinesi), riusciva incomodo non poco: col freddo non si può scrivere. L'E.mo card. Segna e Mgr Wenzel, ossia il prefetto e il sottoprefetto degli archivii, ne informarono il S. Padre; e il generoso Pontefice ha disposto che vi si mettessero de' caloriferi. Questi ora lavorano da varii giorni, spandendo intorno un soave tepore. Sono del sistema detto a termosifone. Dalla caldaia, posta in luogo remoto, corre l'acqua scaldata lungo le condutture: e il calore è distribuito nelle varie sale per mezzo di apparecchi detti radiatori, i quali offrono una estesa superficie di contatto coll'aria, proporzionata alla capacità dello spazio da riscaldarsi. Avendo riguardo al numero grande delle persone e al lungo tempo, che vi si trattengono, si è provveduto ingegnosamente al rinnovamento dell'aria, facendo sì che i radiatori riscaldino quella che viene dall'esterno. Siccome poi la temperatura dei radiatori non deve mai raggiungere la temperatura dell'ebollizione, così ne risulta che il calore distribuito è assolutamente igienico. Di più la distanza del fuoco allontana ogni pericolo d'incendio. Gli apparecchi provengono dalla ditta Lichmann di Milano; e il collocamento fu eseguito dagl'intendenti alle officine meccaniche del Vaticano, sotto la direzione del sottoforiere dei Sacri palazzi, il sig. Cav. Mannucci.

domenica, dicembre 14, 2008

Breaking old news 2 - padu

25 Ottobre – 7 Novembre 1899
Cronaca Contemporanea – Cose Romane
La tiara e le chiavi dichiarate dai governanti emblemi sovvversivi
Nella festa federale di varie società cattoliche a Seregno, tenutasi il 10 settembre scorso, dall'autorità pubblica fu proibito che si esponessero vessilli colla tiara pontificia e le chiavi, quasi questi fossero emblemi sovversivi. Or il medesimo è avvenuto il 22 ottobre a Paderno Dugnano per ordine del sottoprefetto di Monza. I cattolici furono giustamente di ciò indignati, poiché la tiara e le chiavi non sono altro che il simbolo dell'autorità spirituale del Pontefice, quale capo della Chiesa e Vicario di Gesù Cristo. Quindi ilprovvedimento è uno de' tanti segni dell'ostilità latente e palese del nostro geverno contro la Chiesa cattolica.
Decreti delle congregazioni Romane: Sull'uso della cosiddetta margarina o burro artificiale
Si sa che in alcuni giorni di digiuno, in cui non è lecito condimento di lardo , è permesso però il condimento di burro. Ora, è sorto il dubbio se il burro artificiale, detto margarina, possa uguagliarsi al burro naturale. Il dubbio nasceva da ciò che il burro artificiale si fa col grasso bovino mescolato con olio puro e fior di la tte. La S. Sede, interrogata il 7 settembre 1899, dichiarò esser lecito il burro artificiale in tutti i quei casi in cui è lecito il burro naturale. Il Monitore ecclesiastico giustamente osserva essere questa, piuttosto che una dichiarazione una vera concessione della S. Sede. – La conseguenza è che quando è lecito il burro come condimento, è lecito pure come condimento il burro artificiale; e quando è lecito il primo come cibo è lecito altresì il secondo come cibo.

sabato, dicembre 13, 2008

Breaking old news 1 - padu

11-24 Ottobre 1899
Cronaca Contemporanea – Cose Romane
L'insulto a N. S. Gesù Cristo
[...] Un altro fatto d'indole ostile, non già a semplici diritti papali, ma alla divinità dello stesso Gesù Cristo, si verificò nel banchetto all'Albergo di Russia. Così lo narra un'effemeride della città [Roma]. La riunione, essa dice, “sarà una riunione aristocratica, per la quale fu curato dall'infaticabile Comitato ogni particolare. Perfino il menu porterà una nota originale. Un Congresso di orientalisti è un Congresso di lingue e di religioni. Ad esprimere l'universalità dello spirito che domina nel presente Congresso, il cav. Baensch-Brugulin di lipsia, ha eseguito in formato imperiale ed offerto un elegantissimo menu. È un lavoro artistico perfetto; l'ornamentazione è del più nobile stile indomoresco. In alto Christus imperat, radiato, quasi illuminante e compiente i sei fondatori di religioni orientali: Platone, che creò la religione del bello; Buddha che pose in cima ad ogni altro principio il dharma (il dovere); Mosè, il grande sacerdote legislatore, liberatoree guidatore del suo popolo; Maometto, il profeta di Dio; Zoroastro, il creatore della religione del fuoco e della luce; Confucio, che pose gran parte della sua religione nella morale civile. Cristo, che predica la carità universale, la tolleranza, e rompe le catene del servaggio, trionfa, e unisce tutto il mondo spirituale”. Così il fatto. L'insuulto a Gesù Cristo, che viene fuori dal fatto è evidente; perchè a lato (sia pure in primo luogo) di poveri mortali, mettiamo pure che abbiano predicato qualche buona verità, a lato, diciamo, di poveri mortali, di cui il tempo infranse le ossa e dissipò anche le ceneri, s'è messo il Figlio di Dio vivente, Dio stesso, l'autore della vita e dell'immortalità, il giudice de' vivi e de'morti, Gesù Cristo. E questo in Roma. È cosa indegna, ma era da narrarsi nella storia delle umane aberrazioni, sieno pure degli Orientalisti.

domenica, settembre 14, 2008

pAdU's history channel: Cinema e politica di guerra

Hollywood e Seconda Guerra Mondiale: il cinema e al servizio della politica

All'alba del 7 dicembre 1941 una decina di navi e duecento aerei della flotta statunitense ormeggiati a Pearl Harbor, nelle isole Hawaii, vengono distrutte senza preavviso da un bombardamento giapponese. Il bilancio in vite umane fu di oltre duemila vittime. Questo fu l'episodio che portò alla dichiarazione di guerra USA alle forze dell'asse Berlino-Roma-Tokyo in una guerra che aveva già assunto un carattere mondiale e totale.

Una guerra di questo tipo non si prepara soltanto con una intensiva produzione bellica di armamenti e uomini, ma è anche un'impresa istituzionale, economica e sociale. Benchè il fronte fosse esterno al territorio statunitense, la guerra fu anche una sfida politica per i ceti dirigenti e il popolo civile americano: i cittadini dovettero essere coinvolti nel clima di emergenza bellica attraverso una massiccia opera di propaganda e mobilitazione psicologica.


Subito dopo Pearl Harbor, in un intervento radiofonico, il presidente degli Stati Uniti T.D. Roosevelt precisò i caratteri dell'intervento armato americano: non si trattava di una guerra di conquista o vendetta, ma gli americani combattevano "per un mondo nel quale questa nazione, e ogni cosa che questa nazione rappresenta, sia sicura per i nostri figli. [...] Sappiamo che la vasta maggioranza dei membri della razza umana è dalla nostra parte. Molti di loro combattono con noi. Tutti pregano per noi. Perchè nel rappresentare la nostra causa, noi rappresentiamo anche loro - la nostra e la loro speranza di libertà sotto la protezione di Dio." Ancora una volta, come già era accaduto con il primo intervento in un conflitto europeo nel 1917, gli USA invocavano la loro storia, il loro ruolo, a partire dalla Rivoluzione settecentesca, di custodi della Libertà. L'idea che Roosevelt aveva di Libertà era però diversa da quella di Jefferson o Wilson; la sua politica interna si basava sulle "quattro essenziali libertà umane": non solo libertà di parola e religione, ma anche libertà dal bisogno(cioè sicurezza economica) e libertà dalla paura(cioè pace e tranquillità). Tutto ciò era, secondo lui, "l'esatta antitesi del cosiddetto nuovo ordine della tirannide che i dittatori cercano di creare col ferro e col fuoco". Gli americani, che uscivano dalla Grande Depressione degli anni trenta, dovevano acquistare nuova fiducia in se stessi, dovevano essere consapevoli del loro ruolo per il bene dell'umanità intera oltre che per loro stessi. In poche parole dovevano compiere una missione e vincere il la loro diffidenza isolazionista.


I cittadini americani si dimostrarono disposti a fare sacrifici per la causa, ma non erano molto sensibili ai grandi ideali. Secondo indagini condotte dall'esercito, i soldati americani combattevano più per lealtà verso i commilitoni e per sopravvivere che per idealismo. Roosevelt pensò di creare un organismo con il compito di presentare il conflitto come una guerra partiottica e di popolo, che avrebbe favorito l'avvento del "secolo americano", il "secolo dell'uomo comune". Quest'agenzia prese il nome di Office of War Information (OWI) e operò dal giugno 1942 al settembre 1945 utilizzando tutti i mezzi dellacomunicazione di massa e le tecniche della pubblicità.
Vennero annullate le tensioni interne sociali, razziali e di genere e vennero celebrati quegli uomini che con i loro comportamenti si rendevano utili alla causa bellica.

Il Cinema si rivelò un prezioso alleato anche se non passò direttamente sotto controllo del governo (come ad esempio avvenne in Gran Bretagna). Registi, sceneggiatori e attori di Hollywood (spesso emigrati antifascisti europei) prestarono volontariamente collaborazione
per girare film e documentari a soggetto bellico. Le storie erano semplici e drammatiche: piccoli gruppi di militari composti da diversi tipi sociali ed etnici (anche se spesso mancavano i neri) impegnati in imprese disperate che esaltano la virtù dei singoli e del gruppo, fino alla morte o alla vittoria. Era propaganda e intrattenimento, era show business.
Alcuni film sponsorizzati dall'OWI divennero leggendari. Tra questi il più leggendario è sicuramente uno dei capolavori assoluti dell'industria hollywoodiana: Casablanca.
Il film uscì nelle sale nel gennaio 1943. Costruito sul modello del cinema western, centrato su un eroe solitario e romantico, ambientato in una specie di città di frontiera senza legge, dove nessuno è al sicuro: l'esotica Casablanca. Il film intreccia sapientemente melodramma, azione e politica. Mette in scena la contrapposizione fra l'Europa oppressa dal nazismo e la libertà delle Americhe, verso la quale si vuole fuggire. Vengono spiegate le buone ragioni della resistenza europea e la necessità di porre fine all'isolazionismo americano e assumersi la responsabilità dell'intervento armato per le sorti del mondo.
Il protagonista Rick(Humphrey Bogart) è un'allegoria dell'America. E' diffidente, ma in fondo è sempre stato un inguaribile idealista; è scontroso e riluttante a farsi gli affari altrui ma in realtà nasconde un cuore da appassionato atruista. Quando la situazione è critica, è necessario prendere una posizione ed è in gioco la sua integrità morale sa con chi schierarsi e sa fare la cosa giusta. E' un eroe. Rinuncia persino alla sua storia d'amore in nome del dovere.

Rick, rivolgendosi a Ilsa(Ingrid Bergman):"Ilsa, le pose da eroe non mi piacciono, ma tu sai bene che i problemi di tre piccole persone come noi non contano in questa immensa tragedia".
"Ben tornato alla lotta. - lo saluta Victor Lazlo(Paul henreid), l'uomo della resistenza - Ora so che la nostra causa vincerà".

Il film si chiude emblematicamente con la marsiglese, l'inno della libertà moderna dalla tirannide, un inno militare di speranza nella vittoria.

Ovviamente con la vittoria della guerra e la soppressione dell' OWI non si è chiusa la collaborazione tra cinema e governo. Anzi, Hollywood per tutto il XX° secolo è stato soprattutto un potente strumento educativo, la cartina di tornasole della politica statunitense, soprattutto nei momenti critici della storia di questa nazione come la lotta interna ai comunisti, la guerra fredda, la guerra in Vietnam ecc. Un altro esempio su tutti (sul quale magari tornero in un' altro post) è il legame tra la politica di Reagan, nella metà degli anni '80 e i film di Rambo, perfetta allegoria del militarismo americano e della mentalità yankee di quegli anni di tensione con la russia.

Ma questa è un'altra storia. :P

pAdU

sabato, aprile 12, 2008

ASPETTANDO LA SECONDA REPUBBLICA (di pAdU)

Non appena gli affari pubblici cessano di essere il principale interesse dei cittadini, e questi preferiscono occuparsi del loro portafogli piuttosto che della loro persona, lo Stato è già sull'orlo del disastro

J
ean Jaques R
ousseau


Mi è stato chiesto di parlare dell'inchiesta Mani Pulite in occasione delle prossime elezioni. Tema di non facile trattazione, controverso, dibattuto e soprattutto un tema verso il quale non si può neppure esercitare il tipico distacco dello storico dato dai tempi, visto che gli avvenimenti in questione sono cominciati nel 1992, quindi solo 16 anni fa, e per certi versi non si possono certo dichiarare capitolo chiuso. Per questo è sicuramente impossibile trarne le debite interpretazioni, per le quali dovremo aspettare almeno un paio di decenni. Esistono, comunque, molti lavori di sintesi o di approfondimento giornalistico (a carattere cronachistico non storiografico) che tentano di far luce, attraverso le indagini e gli atti giudiziari, su quel fenomeno di ampia e profonda corruzione venuto alla luce all'inizio degli anni '90 (che prese il nome di Tangentopoli) a cui vi rimando qualora siate interessati ad approfondire l'argomento (p.e. Barbaceto, Gomez, Travaglio, Mani Pulite, la vera storia, Rizzoli 2002), e numerose cronologie riassuntive dei fatti più salienti reperibili online (p.e. http://www.manipulite.it/travaglio_cronistoria.php) o la curata pagina di wikipedia che è utile per avere un quadro completo e come base per un approfondimento.

Quello che ci interessa più da vicino, per capire meglio in che situazione politica viviamo e con che spirito sia necessario affrontare questa tornata elettorale, si può riassumere in una semplice domanda: questo "terremoto" che ha sconvolto la politica, la società e l'opinione pubblica italiana, mettendo in serio pericolo i fondamenti democratici della Repubblica, che esito ha avuto? o meglio, l'Italia ha davvero cambiato pagina? Già il mio titolo anticipa in qualche modo la risposta, ma prima di esplicitarla è necessario porsi un'altra domanda, ovvero: cos'è Tangentopoli?
Tenterò di riassumere brevemente la questione.

"Tangentopoli" è il nome con cui venne ribattezzata la città di Milano dalla stampa italiana a partire dal 1992, poi per estensione andò a riferirsi al sistema stabile e diffuso di corruzione politica e amministrativa, che ebbe come epicentro delle indagini proprio il capoluogo lombardo dove operava il cosiddetto pool di Mani Pulite, in cui spiccava il magistrato Antonio di Pietro, a partire dal 17 febbraio 1992 (data dell'arresto di Mario Chiesa esponente del PSI).


A partire da questa data vennero alla luce spaventose relazioni tra i dirigenti dei più importanti partiti, i titolari di uffici pubblici ed esponenti del mondo imprenditoriale e finaniario, uomini di governo ed ex segretari di partito. Tutti prima o poi hanno avuto a che fare con le mazzette; "chi è senza peccato scagli la prima pietra" disse, non Gesù di Nazaret, ma Bettino Craxi (segretario del PSI) in un discorso alla Camera il 3 luglio 1992, lasciando intendere come la corruzione fosse in realtà una pratica normale e diffusa nella vita di tutti i giorni.

Che danni ha prodotto Tangentopoli? L'economista Marco Deaglio ha stimato in 10 mila miliardi di lire (pari a parecchi €) il flusso annuo di spesa per le tangenti da parte delle imprese: è incalcolabile il danno arrecato alla spesa pubblica, al mercato, ai potenziali investimenti, alle assunzioni... uno spreco immane di ricchezza materiale e umana.

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Non si tratta, comunque, di un fenomeno esclusivo del nostro Paese; la corruzione è diffusa in tutte le democrazie deboli, in cui è più radicata la "cultura del favore" che la cultura del diritto positivo e della legalità. il tipo di corruzione più diffuso nei paesi occidentali è quella che riguarda i finanziamenti illegali dei partiti, ovvero estorsione di denaro da parte dei partiti verso imprese, alle quali sono corrisposti favori (ad esempio servizi, appalti o appoggio pubblico). Questo caso è particolarmente pericoloso per il corretto funzionamento di una democrazia visto che minaccia il principio della legalità, proprio per mano di coloro che dovrebbero invece esserne i difensori e gli intermediari tra lo stato e la società, delegittimando tutto il sistema nel suo complesso.
A monte di tutto ciò c'è una situazione di stallo della pratica democratica italiana di decenni, dal 1948 (vedi post precedente) è venuta a mancare quella fisiologica alternanza tra partiti di maggioranza e di opposizione, per ragioni che riguardano la situazione internazionale di "guerra fredda". La logica dell'equilibrio democratico contro il terrore comunista, di fatto, congelava stabilmente al potere la DC: per cinquant'anni le stesse persone sono rimaste al governo ininterrottamente, portandoli ad usare le istituzioni statali come loro esclusiva proprietà. Il secondo fattore in gioco è la partitocrazia, cioè il dominio delle logiche interne di ciascun partito sulle dinamiche istituzionali e del diritto, a totale svantaggio del bene pubblico.

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Abbiamo visto che quanto più una democrazia è malata tanto più i suoi meccanismi interni tendono a cedere, a marcire in profondità. Dunque si trattava di un sistema poco democratico che è fragorosamente collassato su se stesso a causa non solo di Tangentopoli, ma proprio per sue carenze strutturali dovuti a 50 anni di inerzie. Ma la transizione verso un sistema sano, pulito e trasparente in ogni suo ingranaggio non è immediata. Questi 15 anni successivi a Mani Pulite sono stati caratterizzati da un cambiamento radicale della politica italiana, tale per cui molti dal 1993 cominciarono a parlare di una nuova seconda Repubblica, in occasione del passaggio da un sistema proporzionale, accusato come principale responsabile del blocco della demopcrazia, ad un sistema maggioritario. Purtroppo il cambiamento non è stato così netto come ci si sarebbe auspicati, infatti quel sistema maggioritario non ha facilitato il bipolarismo tanto desiderato e i nuovi partiti hanno accolto gran parte della nomenklatura della prima repubblica, lasciando intatte molte delle contraddizioni interne. La figura di Silvio Berlusconi è un po' il simbolo di tutto questo periodo di rinnovamento politico che stenta ad affermarsi, proprio perchè viene proposto da persone che sono state invischiate negli affari (poco puliti) di quegli anni, dunque da un lato si propongono come innovatori cancellando dalla memoria degli italiani la parola Tangentopoli (grazie al dominio sull'informazione e l'intrattenimento), dall'altro propongono leggi e riforme atte a favorire il proprio interesse particolare.
Il dominio Berlusconiano della scena politica si è venuto sostituendo al dominio Democristiano. Perciò quello che io mi auspico è una riforma istituzionale seria e profonda. Qualcosa di diverso dalla riforma berlusconiana-leghista ("porcata") che nel 2005 ha reintrodotto il proporzionale con premio di maggioranza a livello regionale, il cui risultato è stato l'aborto dell'ultimo governo Prodi, e produrrà molto probabilmente un'altra situazione di ingovernabilità tra un paio di giorni.
Per molti aspetti, dunque una seconda Repubblica è ancora all'orizzonte.
Non ci resta che votare.

pAdU

domenica, aprile 06, 2008

1948-2008 sessant' anni di elezioni parlamentari (di pAdU)

pAdU's first history article.

Come richiestomi, ho prodotto un articoletto a carattere storiografico su un tema di strettissima attualità: le elezioni parlamentari nazionali. Ho pensato che il miglior modo di presentare gli avvenimenti storici fosse quello di relazionarli al presente sia per non annoiare troppo i non addetti, sia per rendere la cosa più utile. Rimango sempre a disposizione per chiarimenti, aggiunte, curiosità, domande, critiche e persino insulti. Spero non sia troppo lungo, in realtà in storia è molto difficile limitarsi...
Spero che possa risultare interessante per voi ed i vostri lettori; sarò felice di collaborare ancora con voi. pAdU.

Pensate che le campagne elettorali oggi siano stressanti, ossessive ed eccessivamente dispendiose? Credete che i candidati debbano abbassare i toni dello scontro? Beh, la campagna elettorale attuale al confronto con quella del '48 sembra piuttosto una scampagnata...

Correva l'anno 1948. La Repubblica Italiana, nuova di zecca, si apprestava a partecipare per la prima volta all'elezione di un parlamento a suffragio universale. Questa nuova (per l'Italia) formula di voto era già stata inaugurata due anni prima in occasione delle elezioni per l'Assemblea Costituente, ma ora gli italiani e le italiane potevano scegliere per la prima volta da chi farsi governare. Come si può facilmente immaginare, l'eccitazione e il fermento tra la gente comune e tra gli uomini politici erano palpabili, non solo perché agli italiani si dava la possibilità di partecipare alla costruzione politica del paese dopo vent'anni di fascismo e due di guerra civile, ma anche perché dopo la fine della guerra la situazione geopolitica internazionale era tutt' altro che distesa. Infatti il conflitto era terminato a favore di due superpotenze mondiali, contrapposte sul piano politico, economico, sociale, ideologico e militare: gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica. L'Italia, liberata militarmente dall'esercito americano, era entrata a far parte dell'orbita politica ed economica degli Usa, ma all'interno del paese erano presenti forze politiche filo-sovietiche capeggiate dal Partito Comunista Italiano (PCI), il più grande partito comunista europeo al di qua della "cortina di ferro".


Naturalmente gli americani ne erano ben consapevoli e non avevano intenzione di perdere l'alleanza politica ed economica con un paese che avevano appena faticosamente liberato. In questi anni, tra il '47 e il '48 gli Usa sono molto attivi sul piano della politica estera: nel 1947 viene approvato il piano Marshall (European Recovery Program) per la ricostruzione postbellica, e Truman (presidente degli Usa) approva il National Security Act con il quale riorganizza l'esercito e l'intelligence (CIA), autorizzando anche le operazioni clandestine (Covert Operation), che diventeranno un'arma usatissima durante la guerra fredda. Gli americani intervennero con forza nella campagna elettorale italiana, soprattutto attraverso i mezzi di informazione e sponsorizzando largamente il partito di centro-destra, la Democrazia Cristiana che aveva dalla sua anche l'appoggio personale di Pio XII, minacciando di sospendere anche gli aiuti dell'ERP in caso di vittoria dei comunisti. La DC propose una campagna accesissima e verbalmente violenta contro la minaccia comunista, soprattutto ricorrendo allo stereotipo del comunista "mangia bambini/preti"(o cose di questo tipo) esasperando il linguaggio, anche nelle immagini dei manifesti, con toni vagamente apocalittici. Dall'altra parte c'era una coalizione di partiti: il Fronte Democratico Popolare in cui il PCI era la maggior forza politica, ma erano compresi anche Partito Socialista Italiano e Partito Democratico del Lavoro, e usava Garibaldi come simbolo. Naturalmente l'Unione Sovietica finanziò ampiamente il PCI, ma ciò non bastò a sconfiggere la potenza democristiana (anche a causa del colpo di stato in Cecoslovacchia); la DC raggiunse la maggioranza relativa alla camera e al senato con oltre il 48% dei voti, mentre il FDP dovette accontentarsi del 31% circa.

Alcide De Gasperi divenne capo del governo per la quinta volta (era già stato a capo di coalizioni di governo nella transizione dal '45 al '48) e rimase in carica, con tre governi diversi, fino al 1953. L'Italia repubblicana si avviava così verso una solida alleanza con gli Usa (che poi si tradusse nell'adesione al Patto Atlantico), celebrata anche dai viaggi oltre oceano di De Gasperi, mentre i finanziamenti americani all'industria italiana e i nuovi accordi con gli altri paesi dell'Europa Occidentale (CECA) ponevano le premesse per una nuova crescita demografica ed economica (boom degli anni '50) e si muovevano i primi passi verso una integrazione europea.