Scienze Naturali
Il nuovo fonografo o telegrafono del Poulsen a registrazione magnetica
È una nuova forma del fonografo dovuta allìingegnere Valdemaro Poulsen di Copenhagen, ed esposta nella sezione danese dell'elettricità [all'interno dell'esposizione universale di Parigi del 1900 ndr]; forma che differisce sostanzialmente dall'ordinaria, perchè la registrazione della parola non è impressione meccanica fatt sopra un cilindro di stagnola, di cera o paraffina, ma una scrittura magnetica, per dir così, prodotta entro un filo d'acciaio, quindi invisibile all'occhio, ma esattissima e facile a udire se non a leggere.
Si parla in una imboccatura ordinaria d'un telefono: le correnti così prodotte, per una linea telefonica passano non ad un telefono ricevitore, ma ad una piccola elettrocalamita, minuscola, che abbraccia tra i due poli un filo d'acciaio o di nikel, avvolto in fitte spire attorno ad un cilindro. Mentre che si parla, gira il cilindro e scorre il detto filo tra i due poli. Ora le correnti svariate corriepondenti ai diversi suoni, producono nell'elettrocalamita un campo magnetico variabile, e questo ingenera nel filo d'acciaio che l'attraversa delle magnetizzazioni trasversali analoghe: le quali, grazie alla qualità dell'acciaio, com'è noto, sono permanenti. In che cosa consista il processo molecolare che corrisponde alla magnetizzazione, non si sa pur troppo: è un fatto reale, sfruttato ogni giorno in tutti i modi, dal quale oggi si trae questa nuova scrittura occulta, delicatissima, che si fa manifesta negli effetti tosto che lo si voglia. Lasciate pertanto di parlare, o di cantare: unite l'elettrocalamita a un telefono ricevitore, riportate tra i suoi poli ilcapo del filo e fate girare il tamburo. Gli stati magnetici del filo d'acciaio inducono nell'elettrocalamita delle correnti diverse, che riproducono ciascuna la corrispondente originaria, e il telefono vi ripeterà il vostro discorso e vi ricanterà la vostra cavatina con tutta la grazia e il sentimento che vi avevat posto, e se sarà fedele a ridarvi pure le stonature che per caso (vogliamo credere che non avvenga) vi fossero sfuggite, non vi farà il torto però di aggiungere il suo quel tono di nasalità o di raucedine, del quale a grande stento e neppure interamente riescono a spogliarsi i fonografi ordinarii.
Non occorre quasi soggiungere che lo strumento del Poulsen può ripetere le centinaie di volte la stessa canzone senza stancarsi. E chi volesse liberare il filo d'una parlata registratavi sopra, poniamo delle maldicenze d'una mala lingua, basta far passare una corrente costante nelle spire dell'elettrocalamita e girare il filo: in questo sottentra una magnetizzazione uniforme ed egli ridiventa tabula rasa. Quando poi s'avesse a registrare una lunga conversazione, d'una mezz'ora per es., s'adoprerebbe invece d'un filo un nastrino d'acciaio della spessezza di un ventesimo di millimetro, che avvolto intorno a un disco come le strisce di carta d'un telegrafo se ne svolge passando sopra di un'altro disco, dopo essersi all'elettrocalamita.
È evidente che in tal sistema non è necessario che l'imboccatura ove si parla e il filo ricevitore sieno vicini; ma la registrazione può avvenirre a distanza, epperò l'inventoremeritamente lo denominò telegrafono. Come applicazione pratica già fu immaginato il giornale telefonico. Un nastro d'acciaio ricongiunto in se stesso e teso su due ruote che girano porta scritte magneticamente le notizie del giorno e i dispacci: dinanzi a lui sono affacciate dieci, cento, mille elettrocalamite ricevitrici o leggitrici,comunicanti coi telefoni degli associati: i mille associati ricevono contemporaneamente le notizie. Se siete raffreddato e non potete assistere al concerto o all'Opera in musica, mettetevi in comunicazione con la sala della grande orchestra, e ne udirete fino alle ultime note e sfumature dei cornetti, dei flauti e dei violini.
Il passo è fatto: i miglioramenti non tarderanno a renderne l'uso popolare: il fonografo comune ha trovato un terribile concorrente.
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