Parafrasando la figura:il computer sta sublimando, fuori c'è un sole che spacca le pietre, e in generale non si respira.
Un blog consigliato anche dall'ultimo degli stronzi
di Davide, Marco, Maurizio e Michele




Il nostro caro e buon amico Florian ci invia un suo pensiero su questa vicenda. Buona lettura!
(io torno allo studio..)
d
Tutti voi avrete sentito, grazie all'enfasi dei nostri zelanti media nazionali, la notizia dell'incidente nucleare avvenuto il 4 giugno nella centrale di Krsko, Slovenia (25 000 abitanti), che si trova a 130 km in linea d'aria da Trieste.
Caratteri cubitali nella stampa italiana: "Per qualche ora mercoledì sera in tutta Europa è tornato l'incubo di Cernobyl", scrive il Corriere; "Allarme Cernobyl in Slovenia", prosegue Repubblica; il Manifesto: "Slovenia: allarme nucleare".
Cosa diavolo è successo? Perché l'area non è stata immediatamente sgomberata? Perché i bambini di Trieste non sono stati prontamente rinchiusi in casa con le tapparelle abbassate? Se leggiamo la maggior parte degli articoli, i giornalisti italiani non si sono in generale preoccupati di approfondire seriamente la questione. Siete curiosi di sapere come sono andate davvero le cose?
Si è guastata una valvola. Giuro.
La valvola ha causato la fuoriuscita di liquido dal sistema di raffreddamento primario dell'impianto, al ritmo di 3 m3 l'ora. L'acqua radioattiva (complessivamente 10-15 m3) è stata poi filtrata in appositi serbatoi. Nessuna contaminazione ambientale. Il giorno stesso, l'impianto, secondo le procedure, è stato regolarmente spento.
Risultato netto: "hanno cambiato la valvola" e la centrale è stata riaperta il 10 giugno (cioè martedì scorso).
Per la cronaca, l'AIEA (Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica) ha assegnato all'incidente il grado 0 nella scala INES (International Nuclear Event Scale), che va da 0 a 7, dove lo zero corrisponde a nessuna rilevanza dal punto di vista delle misure di sicurezza.
Senza alcun titolo in prima pagina.
Per saperne di più:
http://www.archivionucleare.com/index.php/2008/06/12/slovenia-riapertura-grado-scala-ines/
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=266827
http://en.wikipedia.org/wiki/International_Nuclear_Event_Scale
Questa quella che mi è piaciuta di piu'!!
Lo farò con le parole di Giovanna Botteri trovate sul sito del TG3
"Era il 1968. Quarant’anni fa. Anche allora le primarie democratiche americane durarono a lungo, anche se probabilmente furono meno combattute; e la proclamazione del candidato avvenne, come oggi, solo il cinque di giugno. Robert Kennedy stava festeggiando con i suoi in un albergo di Los Angeles quando un fanatico mise fine alle speranze e ai sogni della giovane America degli anni Sessanta, chiudendo un’epoca.
Alle elezioni di novembre il democratico Humprey fu facilmente battuto dal candidato repubblicano: Richard Nixon
Cinque anni prima il fratello di Bob, John Fitzgerald, era stato assassinato, ad appena un anno dalla sua elezione, e solo due mesi prima, a Memphis, era stato ucciso Martin Luther King, apostolo della non violenza e feroce oppositore della guerra in Vietnam.
Nei ghetti neri si era scatenata la violenza e la repressione; ci furono oltre una ventina di morti. Nei campus universitari il movimento pacifista portava migliaia di studenti ad occupare le università, proprio quando la guerra entrava nella sua fase più tragica: l’offensiva del Tet, l’onda lunga che condurrà la guerriglia vietcong vittoriosa fino a Saigon.
Assai critico nei confronti della politica militare del presidente Lyndon B. Johnson che aveva sostituito il fratello dopo l’assassinio, Robert Kennedy aveva centrato tutta la sua campagna elettorale contro la guerra in Vietnam, che l’altro candidato democratico, Humphrey, invece appoggiava.
E aveva vinto.
Ethel, la sua vedova, sentendo quattro anni fa parlare Barack Obama disse: Quest’uomo mi ricorda qualcuno… E’ destinato a diventare presidente."
Negli anni sessanta la svolta non c’è stata a causa degli attentati, ma oggi forse gli elettori hanno la concreta possibilità di rimediare.
La crisi climatica, l'Iran e il suo nucleare, la Russia che rialza la testa dopo vent'anni, la Cina affamata di potere ed energia: sono molti i fronti lungo i quali le democrazie occidentali sono chiamate a confrontarsi e, piaccia o no, in nessun caso si potrà prescindere dagli Stati Uniti.
Otto anni di amministrazione idiota hanno portato alla situazione attuale: i prossimi quattro saranno fondamentali. Quindi, almeno a novembre, God bless America!
m.
E venerdì per la prima volta è stato abbattuto il muro delle 100 visite in un giorno!
Ricostruzione del manifesto originale della manifestazione
Dal palco si levò l'invito a mantenere la calma e a non abbandonare la piazza.

Nichilista, cinico, ironico, spietato, profondo, sono alcuni degli aggettivi che mi vengono in mente ripensando a "Non è un paese per vecchi", purtroppo però nessuno di essi è in grado di dominare il film, di coglierne l'essenza, di definire i contorni della ferita che mi ha lasciato e che continua a sanguinare anche dopo i titoli di coda.
Se il film fosse un quadro, si potrebbe dire che non è presente nessuno schizzo a matita sotto il colore e che l'immagine prende forma da un perfetto gioco di sfumature. Addirittura, alcuni particolari della narrazione devono essere ricostruiti dallo spettatore in base ad indizi sparsi qua e là nella pellicola. Le varie scene hanno un tale valore artistico e simbolico che, prese singolarmente, possono essere viste come tanti racconti che magicamente s'incastrano nell'architettura complessiva, la quale risulta in effetti appena accennata. In particolare ce n'è una che credo avrà un posto di riguardo nell'enciclopedia del cinema. E' quella in cui Chigurh parla col vecchio nella stazione di servizio. Essa è importante soprattutto per la caratterizzazione del cattivo. L'apparente assurdità del dialogo che egli tiene con il cassiere è in netto contrasto con l'assoluta quotidianità del luogo e della situazione. C'è un forte contrasto anche nel tono delle parole di Chigurh, a volte quasi ironico e scherzoso e subito dopo greve e solenne. Fondamentale è la risposta che da al vecchio che gli chiede cosa si sta giocando a testa e croce: "Tutto" e "te lo stai giocando da quando sei nato, solo che non lo sapevi". Il tutto di cui parla, la nostra sopravvivenza, gli affetti, le aspirazioni, il potere, insomma l'intera esistenza sembra essere continuamente soggetta al caso che come uno spietato assassino può turbare la nostra intimità in un qualsiasi momento della vita. E sentimenti quali l'amore o la pietà non occupano in alcun modo un posto privilegiato:Moss, quello che può essere definito il buono, muore molto prima della fine del film, quindi i Cohen non solo si guardano bene dal pericolo di incorre in un lieto fine, ma addirittura il protagonista sembra essere il cattivo.
Nella caratterizzazione dei personaggi si vede una sorta di continuità con un certo filone della cinematografia precedente: essi costituiscono il centro del film ed hanno una vera e propria natura epica. Mentre, però, nei film di Sergio Leone, ad esempio, i personaggi rappresentano valori appartenenti alla dimensione umana quali la lealtà, l'amicizia, l'ambizione o il tradimento, qui Chicurh sembra quasi soprannaturale: basti pensare alla sua fredda determinazione e alla sua disumana insensibilità al dolore. D'altronde, lo sceriffo parlandone con un suo collega lo definisce come un fantasma: "Non sono sicuro che sia pazzo, a volte penso che sia praticamente un fantasma". Egli è la personificazione di ciò che nel mondo greco veniva chiamato il cieco Destino, figlio del Caos e della Notte, o per lo meno è un suo spietato esecutore. Nel film fa un'affermazione molto significativa: "Io e la moneta siamo arrivati allo stesso punto". Se è vero, però, che nemmeno gli dei possono sottrarsi al Fato, lo stesso Chigurh ne risulta vittima. Infatti, dopo averci quasi dato l'idea di essere immortale, verso la fine del film rischia la vita in un banalissimo incidente stradale ad un incrocio. Sebbene a volte riesca a farci raggelare il sangue nelle vene, l'aggettivo che più gli rende giustizia credo non sia terrificante ma grottesco, anzi in alcune scene ci fa addirittura sorridere. In fin dei conti, non si è mai visto un cattivo con un taglio di capelli così ridicolo e che se ne va in giro ad ammazzare la gente con un'ingombrante bombola di ossigeno ed una pistola ad aria compressa,che di solito viene usata per ammazzare i vitelli!(Questo ci dovrebbe far riflettere su quanto insignificanti ed indifesi siamo rispetto al destino). Credo che uno dei meriti più grandi del film stia proprio nell'efficacia con cui i Cohen riescono a descrivere la natura essenzialmente tragicomica dell'esistenza.Uno degli artisti che meglio e' riuscito a rendere quest'aspetto e' sicuramente Shakespeare.Re Macbeth nel dramma che porta il suo nome afferma:
Un altro personaggio molto interessante è quello dello sceriffo. Egli apre il film in qualità di voce narrante ed il suo intervento termina con le parole: "Nella criminalità di oggi è difficile capirci qualcosa, non è che mi faccia paura…,ma non ho intenzione di mettere la mia posta sul tavolo, di uscire per andare incontro a qualcosa che non capisco. Significherebbe mettere a rischio la propria anima, dire OK faccio parte di questo mondo". In queste parole,come in tutto il film, c'è un'eco esistenzialista, un grido che risulta ancora più disperato perché rimbomba nell'arido silenzio del deserto texano e nella solitudine kafkiana di strade cittadine buie e desolate. Il suo discorso è una vera e propria presa di distanza dalla realtà e dal non senso che la permea. Non è un uomo d'azione , né tanto meno ama le armi, gli piace soprattutto osservare ed analizzare l'esistenza più che viverla. Il suo personaggio ha quasi una natura filosofica ed è proprio la riflessione forse l'arma che usa per prendersi una rivincita sulla vita e tentare di restarne fuori il più possibile, se è vero che "philosophari est non vivere". L'insostenibile dicotomia tra l'aridità della realtà che lo circonda e la sua complessa interiorità genera in lui un profondo sentimento di disperazione e solitudine. Di questo sentimento risulta pienamente partecipe lo spettatore, basti pensare alla lacerante espressività pittorica delle scene iniziali del film. Mi riferisco in particolare a quella in cui si vede un pit bull ferito allontanarsi lentamente verso l'orizzonte, quasi come fosse una piccola macchia nera che pian piano sembra essere assorbita dal giallo arido e senza vita del deserto. Non si può non far caso alla stretta analogia che c'è tra questa scena e quella in cui Chigurh, dopo l'incidente in macchina, si allontana ferito lungo un viale alberato, sparendo improvvisamente dietro al velo di un monotono pomeriggio di una cittadina di provincia.
Il film termina con lo sceriffo che racconta alla moglie due suoi sogni.



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Era da molto che lo cercavo.. Un risiko in versione digitale ben fatto e giocabile sia in sigle che multiplayer. E' disponibile per tutti i sistemi operativi ma se lo volete per linux dovete scaricare il file Risk game zip file, scompattarlo e lanciare il file .sh che si trova all'interno della cartella, ricordatevi di renderlo eseguibile modificando le sue proprieta'.