mercoledì, gennaio 28, 2009
Pillole di saggezza
lunedì, gennaio 26, 2009
Non c'è speranza...
La Chiesa, ad esempio..
I preti ultimamente mi hanno proprio rotto i coglioni.
Hanno cominciato con l'attaccare il mio amato Barack per aver sbloccato i fondi per l'aborto e la ricerca sulle staminali (link).
Hanno proseguito con una stronzata colossale come l'affermazione "Internet è un dono di Dio". Ma quale dono e dono! Allora anche i Lego sono un dono di Dio? E la carbonara? E gli omosessuali? Il cardinal Milingo? Le cluster bombs? La Multipla?
Grazie dei regali, Dio, ma non è il mio compleanno.
In ogni caso è un passo avanti: meglio YouPorn che i chierichetti...
Non contenti, hanno continuato togliendo la scomunica al vescovo negazionista Richard Williamson che sostiene la non esistenza delle camere a gas. Vergognosa la scelta quanto il tempismo: domani è la Giornata della Memoria.
In ultimo, si erano intromessi (as usual) negli affari italiani, arrivando a sostenere che chiunque può arbitrariamente decidere di non rispettare una legge dello Stato se, sempre arbitrariamente, ritiene che questa contrasti con la sua morale.
Una sorta di istigazione a delinquere (art. 414 Codice Penale) in nome di Dio.
Ora, finalmente, è stata fatta un po' di giustizia e Beppe Englaro, papà di Eluana, ha vinto il ricorso al Tar della Lombardia contro Formigoni il ciellino che voleva impedire l'applicazione di una regolare sentenza della Cassazione.
Formigoni, hai perso.
Vaffanculo!
domenica, gennaio 25, 2009
giovedì, gennaio 22, 2009
Autostati della cippa (rità)
Oppure siamo la seconda fondazione e non lo sappiamo...
Davide
martedì, gennaio 20, 2009
Giornalismo merdoso... e non italiano!
Questa è la notizia.
Riguarda la storia di una completa rincoglionita (del Madison Area Technical College, probabilmente pagata da Microsoft) che ha comprato un dell con ubuntu e ha chiesto il risarcimento alla dell perché non riusciva a installare la suite Word etc della Micro$ozz. Ma questo non mi interessa minimamente se una è stupida sarebbe giusto che il leviatano se la mangiasse cellula a cellula. La morte per l'ignoranza mi sembra il minimo; la sofferenza infinita sarebbe più giusta (questa è una frase alla SzM). Comunque la pena più grande che le commino è la mia ignoranza, nel senso che ignorerò lei e il suo piccolo cervello.
La cosa scandalosa è l'aricolo che ne è stato fatto... colmo di boiate insopportabili. Cito:
That's an operating system for your computer similar to Windows that contains Linux. It's highly regarded among some people and extremely popular with certain circles of computer users because it's free.
Simile a Windows? e in cosa? Intanto ' un sistema veramente operativo mentre winsozz non si puo' definire tale. Poi "among some people" un bel cavolo! Some sarai tu e tua sorella, noi siamo in tanti e non lo usiamo perche' e' gratis (forse anche perche' e' gratis...) ma soprattutto perche' non c'entra una beata banana con winsozz, mai sentito parlare di FOSS?
Anche il giornalista, inebriato dalle orride vette della marron-ragazza, si inerpica in improbabili discorsi su cose che non conosce. Anche all'estero i giornalisti alle volte avrebbero duvuto dedicarsi ad altri lavori.
Schubert says she never heard of Ubuntu until learning that she accidentally bought it.
Piuttosto impossibile, dato che i siti della dell sono ben separati.. anzi, devi proprio andare in cerca di comprarti il pc con Ubuntu.
Later, she discovered Ubuntu might look like Windows, but it doesn't always act like it.
Ribadisco che non si assomigliano neanche in un'unghia, e per fortuna che non si comportano allo stesso modo...
Her Verizon High-Speed Internet CD won't load, so she can't access the internet. She also can't install Microsoft Word, which she says is a requirement for MATC's online classes.
Immagino non servano commenti a questo abisso di ignoranza... e poi sono sconvolto che una scuola abbia come prerequisito l'utilizzo di Micro$oft Word. Pessimo!
Schubert's computer came with Open Office, a word processing software package that is compatible with Microsoft Word. She says she wasn't aware it was compatible. MATC promised to show her how to save documents in compatible formats so she could enroll in online courses again.
Qua pero' si evince che e' solo la sua ignoranza a dominare la vicenda.
Sembra inoltre che non fosse proprio cosi' blando di ignoranza l'articolo. Infatti, da alcuni rumours, in un articolo precedente il giornalista sembrerebbe fosse ancora piu' ignorante di quanto traspare ora, prendendosi la liberta' di sfottere linux anche...
Continuerei questo semi-report di baggianate con questo, un articolo correlato a questa storia.
Our Consumer Reporter Dan Cassuto wrote a story Tuesday that caused a bit of a stir among computer-lovers...extreme computer lovers.
Ma uno puo' essere cosi' stupido?
Some of you are scratching your heads out there. You're thinking...if it's not Windows then it's Mac. What's this "ubuntu" ... a made up word?
Insiste a impanarsi nella sua ignoranza come fosse un vanto.
I admit, I had heard of the Linux based system before. I had also heard that it was a better system than Windows and Mac...and, here's the kicker...IT'S FREE.
[...]
But, I've been with Windows since the early 90's and have trouble with change. More on this in a bit.
Non commento.
It really wasn't about Ubunto; how it works, etc. It was about a woman who ordered something, realized she made a mistake, asked Dell to fix it and they told her Ubuntu would be fine but when she got it, she realized it wasn't for her. While Ubuntu probably would've been OK for her, she didn't really want to learn how to use a new operating system. She wanted a computer to take college classes. It's a pure consumer driven story. It was not an attack on Ubuntuat all. But it does show that change can be difficult...especially when people are unaware of products, services, new technological advances, etc.
Illuminato dallo Spirito Santo (fatto di materia non barionica a quanto ci dicono, la Chiesa non si e' ancora proninciata in merito) sembra aver ripreso leggermente le connessioni neuronali si una persona sana. A parte i numerosi (spero) typo di Ubuntu in Ubunto che mi fanno pensare che 'sti qui nemmeno rileggono i loro articoli... finche' non lo faccio io va bene.
Il giorno più bello
domenica, gennaio 18, 2009
Cervelli Fini
Il pescatore di anime (salve) - di Florian Zenoni
Accadde così che tornando dalla mensa portai la mia opinione sulla canzone Il pescatore, presente per la prima volta nel 45 giri uscito nel 1970 Il Pescatore/Marcia nuziale. Ciò che ne penso è che alla prima versione studio di questo disco (quella in cui de André fischietta il ritornello) preferisco decisamente quella della storica tournée con la PFM (1979), che a mio modo di vedere rispecchia molto meglio il messaggio di vita e di speranza che la canzone mi trasmette.
“La prima versione è troppo sottotono”, dissi più o meno.
“Ma il pescatore è una canzone triste”, mi rispose Marina G. con la sua voce flautata. “Come sarebbe a dire triste?”, replicai impettito. Venni così brutalmente a conoscenza del fatto che la schiacciante maggioranza delle persone che mi circondavano in quel momento, avrebbero giurato sulla loro madre che nella canzone il pescatore viene ucciso dall’assassino.
La cosa mi colpì, perché mi piace sempre di tenere conto delle diverse possibilità d’interpretazione dei film o delle canzoni, e questa del pescatore che muore non mi era mai passata per l’anticamera del cervello.
Risi di loro, ma in maniera nervosa, come ridono i chihuahua davanti ai genitali di un alano (cit.).
Qualcuno era sul punto di fregarmi; decisi presto di passare alle contromisure. Veloce come il pensiero, corsi ai PC dell’aula informatica del piano terra, dove al termine di oltre dodici minuti e mezzo di caricamento della pagina di Google, recuperai il testo della canzone.
Lo riporto di seguito.
All'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito un pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.
Venne alla spiaggia un assassino
due occhi grandi da bambino
due occhi enormi di paura
eran gli specchi di un'avventura.
E chiese al vecchio dammi il pane
ho poco tempo e troppa fame
e chiese al vecchio dammi il vino
ho sete e sono un assassino.
Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno
non si guardò neppure intorno
ma versò il vino e spezzò il pane
per chi diceva ho sete e ho fame.
E fu il calore di un momento
poi via di nuovo verso il vento
davanti agli occhi ancora il sole
dietro alle spalle un pescatore.
Dietro alle spalle un pescatore
e la memoria è già dolore
è già il rimpianto di un aprile
giocato all'ombra di un cortile.
Vennero in sella due gendarmi
vennero in sella con le armi
chiesero al vecchio se lì vicino
fosse passato un assassino.
Ma all'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito il pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso.
La lettura collettiva mi sollevò, e ha rinforzato la mia interpretazione (ben poco originale) del testo; a mio modo di vedere, basta la semplicità del testo stesso per mettere in difficoltà un eventuale “avversario”, fautore della tesi omicida.
Notiamo immediatamente che nulla si dice circa una persona che muore. Siamo bambini grandi e abbiamo tutti gli occhi per leggere, quindi vi risparmio la parafrasi pedante del testo.
Per spiegare come la penso, preferisco prenderla un po’ alla lontana. Ciò che per me è più o meno evidente, sono i riferimenti alla simbologia cristiana: Il pescatore altri non è se non un ideale discepolo odierno di Gesù Cristo. L’importanza della figura del pescatore nel Nuovo Testamento è fuori discussione. Essa ricorre in passi significativi:
• Mentre camminava lungo il mare della Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello, i quali gettavano la rete in mare, perché erano pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me e vi farò pescatori di uomini». (Mat 4:18-19, identico in Mar 1:16-17);
• La parabola della rete (Mat 14:47-51);
• La pesca miracolosa (Lu 5:1-11).
Allargandoci alla simbologia dei primi cristiani, com’è noto il pesce veniva utilizzato dalle prime comunità per indicare la propria religione (http://it.wikipedia.org/wiki/Cristianesimo#Il_simbolo_del_pesce).
Colpisce poi il riferimento diretto all’eucaristia nel condividere il vino e il pane, rafforzato dal contesto proverbiale del dar da bere agli assetati (vi risparmio i riferimenti nelle Scritture, perché si sprecano; se non siete allergici potete leggere questo: http://www.donbosco-torino.it/ita/Kairos/Celebrazioni/2000-2001/Dar%20da%20bere%20agli%20assetati.html). Per farla breve, nel momento in cui il vecchio pescatore non denuncia ai gendarmi che lo interrogano l’omicida con gli “occhi da bambino”, la canzone diventa una bellissima storia di perdono, che si rifà senza tanti giri di parole al messaggio evangelico.
Dato che niente di davvero esplicito sembra descrivere l’omicidio, i sostenitori della tesi sanguinaria si trovano costretti a concentrare il loro fuoco facendo leva sul certo misterioso e, per loro, ambiguo “solco”, che tutti ricordiamo e che disegna quella “specie di sorriso” sul volto del pescatore. Il solco rappresenterebbe la gola del pescatore (ma siamo sicuri che la gola giaccia sul “viso”?), il quale a questo punto sarebbe stato sgozzato senza pietà e senza motivo evidente da un assassino, il quale, lo ricordo, viene descritto da de André come avente a malapena il tempo di dissetarsi e mettere a tacere i morsi della fame, per di più con le forze dell’ordine alle calcagna.
Sorvolando sul fatto che il solco del pescatore viene descritto, immutato, tanto all’inizio quanto alla fine, ci si può anche chiedere in virtù di quale logica i gendarmi (gli stessi, mi piace pensare, anche se non c’entra, che porteranno via Bocca di Rosa “con i pennacchi e con le armi”) si possano rivolgere candidamente ad un uomo sgozzato, e di conseguenza ricoperto di sangue, chiedendogli informazioni circa un fuggitivo.
Insomma, a mio parere bastano poche considerazioni per salvare il povero pescatore da una fine tanto tremenda. Si potrebbe introdurre poi un discorso più ampio, coinvolgendo ragionamenti sulla forte coerenza interna della poetica di de André, quella che mette in primo piano i derelitti, i peccatori, le minoranze abbandonate a se stesse, gli emarginati del mondo. E’ un tema fortissimo che si può rintracciare in buona parte della sua discografia, e che trova la massima espressione nell’album Fabrizio de André (detto L’indiano), ma soprattutto nel suo album capolavoro Anime salve. De André non ha che uno scopo: vuole valorizzare gli ultimi (perfino i banditi dell’anonima sequestri sarda che lo rapirono insieme a Dori Ghezzi nel 1979). Che senso ha allora associare ad un assassino disperato “occhi enormi di paura”, che finiscono per rimpiangere l’infanzia (la memoria è già dolore e sgg., ovvero segno di pentimento), se poi gli si attribuisce la morte di un vecchio inerme?
Mi si dirà, ora basta, le opinioni sono opinioni. Ma prima che ciascuno si forgi una volta per tutte il proprio punto di vista, volete sapere cosa ne pensava l’unico che in tutta questa storia ha davvero voce in capitolo? Mi viene incontro la raccolta dei testi “Come un’anomalia”, pubblicata da Einaudi, che si è presa la briga di associare ad ogni canzone un commento di Faber, tratte dalle interviste rilasciate a quotidiani o riviste, da un paio di libri (citati) e dai commenti di De André durante l’ultimo concerto (1999).
«Genova è anche gli amici vivi che da lontano ti vedono crescere e invecchiare, per esempio i pescuèi che, proprio come ne Il pescatore, hanno la faccia solcata da rughe che sembrano sorrisi e, qualsiasi cosa tu gli confidi, l'hanno già saputa dal mare.»
E credo che queste parole possano chiudere la mia piccola riflessione.
Flo
venerdì, gennaio 16, 2009
Prender sonno, a volte ritornano.
Prova scritta di italiano, maturità: "prof... avrei finito... basta così? Due facciate piegate a metà,ma c'è tutto eh!" "alla Scaini? ...scrivi un po' di più va là..." penso avrebbe voluto aggiungere "sennò ti capisci solo tu". Penso che quell'uomo apparentemente burbero e disadattato alla società del consumo mi avesse capito, ancor prima che io capissi me. Per questo a volte eravamo in disaccordo. Mi piacerebbe rivederlo e vedere l'effetto che fa. Ricordo il suo sorriso mascherato dalla barba... rideva spesso da solo, ma non si notava. "L'ellissi della copula... Scaini l'hai capita?" direi di sì. Anche io rido e ridevo spesso da solo. Quella volta eravamo in due, ma su vent'otto... a noi faceva ridere.
Voglio dormire, voglio che la vita mi dia ancora persone del genere. Persone di cui ti innamori senza conoscerle, che stimi incondizionatamente, perché "così ti viene". Lui era (è) uno di quelli. Che sei poi conosci probabilmente eviti.
Nella fotografia sono importanti le luci, ma sono fondamentali le ombre. Voglio un mondo in bianco e nero, con delle belle ombre... a me piacciono belle morbide... e anche le donne dovrebbero esserlo, almeno un po'.
Prima di dormire più o meno così vanno i miei pensieri.
d
giovedì, gennaio 15, 2009
Cathoogle sta arrivando e ci conquisterà tutti
spero che Michele abbia il tempo per commentare ;-)
d
ps: Invece di dare la notizia e basta come tutti gli altri... ho provato a verificare...
ma a voi funziona??? a me no... e di certo sembra non trovare "god"... come Michele suggerisce
mercoledì, gennaio 14, 2009
In missione per conto di Dio
La Sen. Paola Binetti plaude.
- Gomorra escluso dalla corsa per gli Accademy Award. Nonostante Cannavaro facesse il tifo per Garrone e il suo film.
lunedì, gennaio 12, 2009
Che Tempo Che Fa - Speciale De Andrè
Domenica sera è andato in onda su RaiTre uno speciale di “Che tempo che fa” dedicato ai dieci anni dalla scomparsa di Fabrizio De Andrè.
Per chi non sapeva, per chi non poteva, per chi volesse rivedere ecco il link.
Avendo guardato con interesse la puntata, con i suoi alti (da brivido) e i suoi bassi (non pochi), ci tengo ad esprimere un'opinione sulle interpretazioni che ho ascoltato. Per farlo scelgo lo strumento della “pagella” che mi rendo conto essere molto indelicato e inadatto al contesto, ma che mi consente una certa sintesi (speriamo).
Quello che dirò, in alcuni casi, non vuole togliere nulla a degli artisti che hanno voluto liberamente ricordare un amico, un maestro, cimentandosi con delle canzoni per le quali ogni confronto è inutile.
Luciana Litizzetto - 8: Legge "Le nuvole" con Lalla Pisano (voce anche nell'omonimo disco del 1990). Inaspettata e intensa, mette nella lettura una dose di innocenza che arricchisce il pezzo. Un brano che dovrebbe togliere ogni dubbio riguardo alla natura poetica dei testi di De Andrè.
Lucio Dalla - 4: Le sue attitudini teatrali e il gusto per la sceneggiata potrebbero sposarsi bene con il brano scelto, il "Don Raffaè". Dalla però sciupa l'occasione, sbagliando in più punti il testo. Parrucchino d'ordinanza, sempre più caricatura di se stesso. Grottesco, a tratti imbarazzante.
Gianna Nannini - 7: prima interpretazione femminile per "Via del Campo", triste ballata di De Andrè-Jannacci. La voce della Nannini mi piace da morire e si adatta molto bene alla natura del brano. Forse però si poteva osare di più.
Roberto Vacchioni - 5: L'etichetta di "professore" non gli si scolla nemmeno per una serata simile e, per copione o per volontà, il cantautore si trova a spiegare i testi a dei bambini, cantando con loro. Idea pregevola, ma tutto suona dannatamente artificiale e forzato.
Franco Battiato - 9: Arriva superbamente sino in fondo a "Inverno" (a differenza di quando si commosse durante il concerto tributo del 2000). Non ho commenti da fare. Bisogna soltanto chiudere gli occhi e ascoltare.
Premiata Forneria Marconi - 6: Ripropone, per "Bocca di rosa", i sempre validi arrangiamenti del 1979. Manca però la scintilla, e poi non vedere Di Cioccio leggere i testi sarebbe meglio.
Antonella Ruggiero - 8: Genovese, voce angelica, sceglie di cantare "Ave Maria" dando uno spessore sarcale (complici la voce e l'arrangiamento per anchi) ad una canzone che parla della Maria donna e madre. Esperimento riuscito in pieno. Applausi meritati.
Andrea Bocelli - 7: Ci mette impegno e si vede (ops, pardon) ma forse rende troppo soave e ordinata una canzone, ed un testo, che meriterebbero un'interpretazione più "disperata". In ogni caso buono.
Vinicio Capossela - 6,5: Non sarei riuscito a pensare ad un interprete più adatto per "La città vecchia". Capossela, con la sua aria stralunata e la sua voce roca, riesce da solo a rendere giustizia alla canzone. Avrei preferito un approccio più personale, che non si limitasse solo ad uno sciocco travolgimento del testo.
Jovanotti – 6,5: Si cimenta direttamente da Spoon River, Illinois, nella lettura di Edgar Lee Masters e in una versione acustica de "Il suonatore Jones". La versione è però un po' troppo acustica e minimale, anche dal punto di vista vocale, mentre De Andrè era non solo un grande paroliere, ma un eccellente cantante e un sublime musicista.
Nicola Piovani - 7,5: esegue senza errori e senza strafare le musiche di "Storia di un impiegato", difficilissimo album del 1973. Un medley cupo e incalzanrte che prende allo stomaco.
Eugenio Finardi - 8: Si inserisce sull'ultima eco del piano di Piovani e inizia l'esecuzione di una delle canzoni più belle del repertorio di De Andrè: "Verranno a chiederti del nostro amore". La canta benissimo e soprattutto la interpreta benissimo. La fa sua così che noi possiamo farla nostra.
Samele Bersani - 5: Mi spiace stroncare questo artista che personalmente mi piace molto, ma non posso farne altro; il suo "Bombarolo" è preso probabilmente in una tonalità sbagliata è le stonature non si contano. Nel complesso sembra che sia a disagio. Sembra ci sia qualcosa che non va...
Piero Pelù - 7: Uno dei pochissimi ad osare una lettura originale dei brani e di questo gli va dato il merito. "Il pescatore" di Pelù è folk, allegro e vitale. Evitato il rischio psichedelìa sempre in agguato quando si tratta del rocker toscano.
Massimo Bubola e Edoardo Bennato - 5,5: Bennato se la cava bene: "Quello che non ho" è una canzone che gli si confà. Non altrettanto si può dire di Bubola (co-autore con De Andrè). Meglio che torni a scrivere ed eviti il palcoscenico.
Tiziano Ferro - 8,5: Ebbene sì! Non ho paura di rompere un tabù. La voce di Tiziano Ferro mi è sempre piaciuta; tutto il contrario per le sue canzoni. Ora, alle prese con lo stupendo brano "Le passanti" (già di George Brassens), mostra tutta la sua capacità. Interpreta il pezzo avendolo capito, e le imperfezioni ci stanno.
Ivano Fossati - 6,5: Il voto è merito soprattutto della canzone, "Smisurata preghiera" (quella del mio ltimo post). Fossati è a suo agio, essendo la musica sua, ma appiattisce il brano sullo stile che lo contraddistingue. E poi se la tira.
Mauro Pagani e Cristiano De Andrè - 9: Finale con il botto dal Porto Antico di Genova, cornice ideale "Crêuza de mä". La canzone è un gioiello, l'arrangiamento è quel che ci si aspetta da Pagani e il timbro di Cristiano è l'unico in grado di rendere pienamente onore al padre. A tratti ho avuto l'impressione che Faber fosse lì...
Fabio Fazio – 7,5: spesso retorico ma pienamente partecipe, a tratti commosso, insomma sincero. Vuole fare bene ad ogni costo e un po' si vede, a danno della leggerezza. Ma non poteva essere che lui, amico di Fabrizio, a condurre la serata.
Nessun voto a De Andrè, non mi permetto.
E' semplicemente il migliore.
E ci manca un sacco.
domenica, gennaio 11, 2009
E' stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati
mercoledì, gennaio 07, 2009
Rassegna stampa
- Continua la crisi in Medio Oriente e come al solito chi si difende fa più morti di chi attacca. Per carità, il diritto degli israeliani a non diventare carne da macello è, come si dice spesso, sacrosanto; ma quando si bombardano le scuole c'è qualcosa che non va...
Dispiace che l'Unione Europea anche quando riesce ad esprimersi con una sola voce resti palesemente inascoltata.
Dispiace ancora di più che l'illustre e blasonato Governo italiano venga rappresentato sulla scena internazionale da un uomo che di nome fa Franco e di cognome Frattini, un uomo capace, rimanendo serio, di rilasciare interviste sulla guerra in tuta da sci dal suo chalet. Ci mancava che si mettesse a giocare a palle di neve con il giornalista gridando "Allora facciamo che tu sei un bambino palestinese e io Olmert che ti lancia le bombe!".
D'altronde come aspettarsi di meglio dal ministro che durante la delicata crisi estiva in Georgia, mentre i suoi omonimi europei si riunivano d'urgenza, inaugurava la "diplomazia telefonica" scegliendo di non muoversi dal suo buen ritiro alle Maldive e di risolvere la guerra via fax.
(Ah, già! Lo stesso ministro che, in quelle medesime ore, era impegnato ad annunciare urbi et orbi a mezzo stampa la sua relazione con una affermata dermatologa. Il cuore ha ragioni che la ragione non conosce...)
Ci tocca rimpiangere quella vecchia volpe di Max D'Alema, l'unico uomo occidentale, pare, a rendersi conto che escludere Hamas dalle trattative di pace equivale a garantirsi un conflitto infinito.
- Grazie alla mia sempre più approfondita (e deleteria) conoscenza dei social network vengo a sapere che esistono sull'amato Facebook gruppi inneggianti alla Mafia, a Cosanostra e alla malavita organizzata in tutte le sue forme. Si va da "Totò Riina...il vero Capo dei Capi" a "Vota Provenzano". Fin qua nulla che mi abbia particolarmente sconvolto: il mondo è pieno di coglioni (una ricerca afferma addirittura che statisticamente esistano due coglioni per ogni maschio adulto). La cosa si fa però più inquietante quando si legge che dietro alla creazione di questi gruppi potrebbe esserci direttamente il marketing dei padrini per guadagnare consenso tra i giovani.
I dirigenti di FacciaLibro, comunque, non sembrano intenzionati a censurare questa forma di libertà di espressione. God bless AmericanS!
(Ah, gia! Gli stessi dirigenti che poco tempo fa decisero di censurare le fotografie delle donne che allattano: "oscene e sessualmente esplicite". Come essere contrari? Si tratta pur sempre di un maschio che succhia i capezzoli a una donna! Vergognoso!)
- Per restare in clima "orgoglio italico", diciamo pure che noi tutti facciamo il tifo per Gomorra, il film di Matteo Garrone candidato agli Oscar 2009. E' bello sapere che con noi fa il tifo anche nientepopòdimenoche il capitano dell'undici italiano Mr. Fabio Cannavaro: "Per il cinema italiano spero che Gomorra vinca l'Oscar. Ma non penso che gioverà all'immagine dell'Italia nel mondo. Abbiamo già tante etichette negative".
Quant'è vero, guagliò! Perchè sputtanarsi da soli se nessuno vede la polvere sotto il tappeto?
Ma è un Cannavaro a tutto campo quello che il settimanale di geopolitica "Chi" ci regala in una preziosa intervista: si va dalla relazione Belen Rodriguez-Marco Borriello fino ai matrimoni gay ("Mmmh, su quello, forse, sono più italiano..."). Così ti vogliamo, Capitano! Italiano fino al midollo!
(Ah, già! Questo è lo stesso Fabio Cannavaro che dopo la notte magica di Berlino sfilò allegramente con un tricolore fregiato del fascio littorio. Certamente si trattò di una svista.)
- And now something completely different! :-P
Have a nice day!
m.
giovedì, gennaio 01, 2009
Diritto romano
Città del Vaticano, 30 dic. (Apcom) - Dal primo gennaio il Vaticano vaglierà le leggi italiane e i trattati internazionali prima di recepirli nel proprio ordinamento. Lo stabilisce una nuova legge promulgata dal Papa sulle fonti del diritto vaticano. Il diritto italiano può infatti cozzare, secondo la Santa Sede con "l'immutabilità dei concetti e dei valori" difesi dalla Chiesa su tematiche come la vita e la famiglia (basti pensare al tema del divorzio e delle coppie gay). Tre i motivi indicati dall''Osservatore romano' per spiegare l'adozione della nuova legge, che cancella l'invalso principio di "recezione automatica" della legislazione italiana oltre le Mura leonine. "In primo luogo il numero davvero esorbitante di norme nell'Ordinamento italiano, non tutte certamente da applicare in ambito vaticano; anche l'instabilità della legislazione civile per lo più molto mutevole e come tale poco compatibile con l'auspicabile ideale tomista di una 'lex rationis ordinatio', che, come tutte le operazioni dell'intelletto, cerca di per sé l'immutabilità dei concetti e dei valori; e infine un contrasto, con troppa frequenza evidente, di tali leggi con principi non rinunziabili da parte della Chiesa.
In sintesi, da quest'anno il Vaticano non recepirà più automaticamente le leggi italiane, fino a ieri fonti del proprio diritto.
Insomma, il Papa è più avanti di noi!
Quando lo Stato Italiano smetterà di "recepire" automaticamente le leggi della Chiesa?
m.