Ho buone notizie per voi: qualsiasi cosa abbiate fatto giovedì sera, ve la siete goduta più di me.
Mio malgrado infatti mi sono imbattuto nel cartellone de "Le nuove rotte del Jazz 2008 Festival", che per la serata del 22 proponeva un concerto del “New Time Trio” di Andrea Massaria feat. Enzo Carpentieri, con un interessante Ingresso gratuito.
Io, come un fesso, ci sono cascato*; ennesima prova che a questo mondo nessuno ti regala niente.
Protagonista della serata l'ultima fatica del gruppo, l'album "Tra Apollo e Dioniso", attentato al Buon Costume in otto tracce.
Durante l'esecuzione i comprensibili ma rari tentativi delle due batterie di mantenere un ritmo coerente venivano sistematicamente boicottati per motivi ancora ignoti da chitarra e contrabbasso.
I due erano stati probabilmente scritturati dagli organizzatori per un concerto solista e, per contratto, erano tenuti ad ignorare tutto ciò che veniva fatto dagli altri.
Peccato vedere sprecata così l'indubbia abilità tecnica del chitarrista; il musicista, come se non bastasse, era anche vessato da un fastidioso problema (che non era lo spartito): l'impianto di amplificazione ogni tanto si riaccendeva.
Ripensandoci, tutto sommato, il contrabbasso era anche bravetto...
Peccato che non lo fosse chi lo suonava.
Dopo lo stupro subito nel primo brano, lo strumento non si è più ripreso.
Paradossalmente il brano più logico è stato quello intitolato a Dioniso, dio punito da Era con la pazzia.
E' però probabile che il mio giudizio sul brano sia stato positivamente falsato dalle fotografie di tette proiettate sullo schermo.
A degna conclusione della performance, i quattro anno deciso di fare scempio della meravigliosa, elegantissima "In a sentimental mood".
Il fantasma di Duke Ellington è stato avvistato in Piazza della Borsa in stato confusionale.
Non si hanno ancora notizie dell'uomo che al termine del concerto ha gridato "Bis!".
Lodevole la comodità delle poltroncine, alle quali va principalmente il merito di aver trattenuto metà del pubblico anche dopo il secondo brano.
Dulcis in fundo, in esclusiva, una diapositiva de "Le nuove rotte del Jazz"
Post Scriptum:
chi sta scrivendo si ricorda a malapena l'ordine esatto delle sette note (o erano otto?) quindi non c'è l'intenzione di dare un giudizio tecnico, piuttosto direi estetico (e mi scuso con Kant per l'abuso del termine).
Si tratta di un'opinione strettamente personale, maturata dopo un singolo ascolto e resa più acida dal mio innato gusto per la cattiveria e la misantropìa.
Nessuno se ne abbia a male.
m.
*Szalay mi aveva avvertito: "Stai alla larga da U.T. Gandhi!". Se solo avesso saputo che il batterista era membro del dannato trio...
Il santo sotto il portico
12 ore fa
4 commenti:
Sssire, i ve lo avevo detto, ma voi no, non avete voluto assscoltarmi! (cit. Ser Biss) :P
ciao,
M
p.s. manca una "h", oltre a Duke Ellington c'era anche Petrarca :D
Spezzo una lancia in favore delle Nuove Rotte: il concerto di domenica degli svedesi E.S.T. era veramente pregevole.
L'ingresso a 13 eur conferma che nessuno ti regala niente.
PS: le note sono 7, all'ottava inizia la scala dell'ottava (appunto) successiva.
Sono contento che a Karl sia andata meglio, anche se comunque dubito siano stati raggiunti i galattici livelli dello splendido Corea-Fleck visto insieme a Bologna...
Bei momenti!
(e grazie per la precisazione musicale...)
Corea-Fleck? Irraggiungibile. E non solo per gli E.S.T.
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